Riassunto analitico
Il presente lavoro ha la funzione di analizzare il potere sanzionatorio dell’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato, potere che costituisce uno dei principali strumenti mediante i quali, la stessa persegue la propria finalità istituzionale di vigilanza sul corretto funzionamento del mercato e di tutela del consumatore. Il medesimo si sostanzia nell’irrogazione di misure di carattere inibitorio/ripristinatorio, atte a ripristinare la situazione antecedente alla commissione dell’infrazione, ovvero in sanzioni amministrative pecuniarie, qualora l’infrazione accertata dall’Autorità garante, presenti il requisito della gravità, le quali scaturiscono dall’attività di accertamento e di qualificazione di atti, fatti e comportamenti alla luce delle disposizioni contenute nella l. n. 287/1990 e delle norme sulla tutela del consumatore, posta in essere dall’Antitrust medesima. Concludendo la cognizione delle controversie aventi ad oggetto i provvedimenti comminati dall’Autorità antitrust, sulla base di quanto dettato dal Codice del processo amministrativo, è devoluta alla giurisdizione esclusiva del G.A., con cognizione estesa al merito; quest’ultimo in materia di sanzioni pecuniarie irrogate dall’AGCM, esercita un sindacato fortemente incisivo, che può giungere fino alla sostituzione della sanzione, anche per mezzo di una verifica della congruità della determinazione posta in essere dall’Autorità stessa e dunque dispone degli stessi poteri che la legge n. 689/1981 attribuisce al giudice ordinario.
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