Riassunto analitico
Il presente elaborato di tesi nasce come tentativo di esplorare e approfondire la tematica della criminalità femminile, finora poco studiata e poco analizzata soprattutto per quanto concerne le ricerche sulla devianza e sull'aggressività. Passerà in rassegna i principali tentativi di spiegazione della minor delinquenza delle donne, volgendo uno sguardo alle statistiche e al dato numerico delle condotte prevalentemente riconducibili ad autrici di sesso femminile, analizzando più in profondità alcuni fenomeni, quali la prostituzione, l'infanticidio e le attività delle grandi organizzazioni criminali di stampo mafioso, rispetto ai quali il genere sembra costituire una variabile indipendente, in grado di giocare un ruolo fondamentale. Più in particolare, nel primo capitolo si cercherà di ripercorrere, a grandi linee, l’evoluzione degli orientamenti della ricerca per fornire ipotesi interpretative dell’inferiorità numerica e delle modalità di manifestazione della stessa. Di fronte a tali differenze qualitative e, soprattutto, quantitative fra criminalità femminile e maschile gli studiosi hanno tentato di spiegare il fenomeno, presentando ipotesi e teorie che prendevano in considerazione la differenza biologica, la peculiarità della psiche femminile o le dinamiche sociali. A seguire, nel secondo capitolo si tratterà nello specifico dei delitti contro la vita perpetrati dalle donne, seguendo due tematiche, ossia, da un lato, quella delle “madri cattive” e dei diversi meccanismi con cui esse possono rendersi colpevoli dell’omicidio di neonati o bambini, offrendo anche una panoramica sull’inquadramento giuridico del reato di infanticidio nel diritto italiano, e, dall’altro, quella dell’omicidio passionale. Nel terzo capitolo sarà posta l’attenzione sui reati a sfondo sessuale, esaminando sia il profilo criminale e psicopatologico delle donne autrici di abusi nei confronti dei minori, sia la loro partecipazione allo sfruttamento della prostituzione, tratta e riduzione in schiavitù. Il quarto capitolo, invece, proseguirà l’analisi attraverso lo studio della presenza femminile all’interno delle organizzazioni di tipo mafioso, tenendo conto della diversa configurazione che caratterizza queste associazioni a delinquere. Infatti, se Cosa Nostra e ‘ndrangheta possono contare su una storia solida e ricca di tradizioni che ha condizionato la loro strutturazione interna in senso fortemente familiare, dove la donna ha assunto una posizione particolare, la Camorra e la Sacra Corona Unita si sono invece organizzate su base meno rigida in senso familistico.Nell’ultimo capitolo, al fine di offrire una visione il più possibile completa del fenomeno in oggetto, verrà illustrata la posizione della donna autrice di reato nel nostro ordinamento, focalizzando l’attenzione sulla detenuta e sul suo rapporto coi figli all’interno del contesto carcerario. Se la minor percentuale di reati commessi dalle donne rispetto agli uomini giustifica forse la limitata attenzione dedicata a tali temi dall’ambiente scientifico, il presente lavoro di ricerca tenterà di approfondire il tema della devianza femminile mettendo in discussione molte delle interpretazioni proposte a riguardo, sia in ambito sociologico che psicologico, così da cercare di comprendere altresì quali siano le reali dimensioni del fenomeno, rivolgendo lo sguardo anche ad espressioni antisociali nelle quali il genere femminile sembra rappresentare una variabile esplicativa fondamentale.
|