Riassunto analitico
La presente tesi si propone di affrontare la problematica della qualificazione giuridica dello Stato in materia religiosa. Verrà analizzata la storia del diritto ecclesiastico a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, l'evoluzione dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica, nonché la tutela delle minoranza religiose dalla “tolleranza Albertina” alla “stagione delle intese”. La trattazione verrà sviluppata prendendo in considerazione il contesto preconcordatario, il quadro normativo delineatosi con (e successivamente) la stipulazione dei Patti lateranensi del 1929 per approdare, poi, al contesto repubblicano, passando per la fase di transizione seguita all’entrata in vigore delle nuova Carta fondamentale e per la revisione del Concordato lateranense. Particolare attenzione sarà prestata ai contributi della dottrina nella risoluzione della problematica della qualificazione. Esposti i principi di politica ecclesiastica nella vigente Costituzione italiana e il ruolo della Corte Costituzionale nella loro attuazione, si procederà ad una rassegna della giurisprudenza costituzionale in materia di libertà religiosa. L’analisi delle sentenze verrà realizzata distinguendo la trattazione in due grandi fasi: la prima, caratterizzata dalla tendenza ad una definizione riduttiva dell'uguaglianza dei singoli in materia di libertà religiosa mediante il ricorso all'argomento quantitativo, ossia l'adesione alla confessione cattolica della maggioranza del popolo italiano, per giustificare la sussistenza e la persistenza di una tutela penale differenziata del sentimento religioso; la seconda in cui si assiste ad un trasparente overruling : non solo si supererà l'argomento quantitativo riconoscendo la laicità quale principio supremo dello Stato, ma verrà accordata tutela anche nei confronti della dimensione negativa della libertà religiosa, ricomprendente gli atei e gli a-religiosi. Nel dettaglio, si considererà lo snodo fondamentale rappresentato dalla sentenza Corte Cost. n. 117/1979, la svolta ermeneutica operata dalla Consulta con la sentenza n. 203/1989 attraverso l’affermazione della laicità come principio supremo dello Stato e le sue concrete implicazioni giuridiche, nonché le successive pronunce, distinguendo la giurisprudenza in tema di giuramento (in particolare le sentenze n. 149/1995 e n. 334/1996) da quella relativa alla tutela penale del sentimento religioso (in particolare le sentenze n. 440/1995, n. 329/1997, n. 508/2000, n. 327/2002 e la n. 168/2005). Si esporranno infine i "problemi aperti" in tema di laicità così come l'influenza nel diritto ecclesiastico italiano della giurisprudenza della Corte di Strasburgo.
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