Riassunto analitico
Dalla rivoluzione industriale la crescita economica è strettamente legata allo sfruttamento delle risorse ambientali. Questa tendenza dev'essere interrotta, la salute del pianeta è ormai compromessa. Le prime normative a tutela della salvaguardia ambientale risalgono alla Convenzione Quadro e al successivo Protocollo Kyoto che stabilisce l'obbligo di riduzione delle emissioni del 5%, introducendo tre meccanismi flessibili che i Paesi possono utilizzare per raggiungere gli obiettivi di Kyoto: il Joint Implementation, il Clean Development Mechanism e l'International Emission Trading. Quest'ultimo ispira l'istituzione del Sistema di scambio delle quote di emissione dell'Unione Europea (EU ETS). Si tratta del primo sistema basato sul principio "cap and trade" che ha subito diverse modifiche nelle quattro fasi di cui si compone. Tale sistema prevede che l'operatore pubblico stabilisca una soglia massima, ogni anno più bassa, di emissioni che possono essere emesse dalle imprese soggette alla direttiva. Entro tale limite viene concesso loro di vendere o acquistare le quote di CO2. Entro il 30 aprile di ogni anno, gli operatori devono restituire un numero di quote pari alle emissioni prodotte nell'anno precedente. Le quote di emissioni vengono allocate secondo due modalità: allocazione gratuite o vendita all'asta. Nel primo caso, durante le prime due fasi il metodo utilizzato era il "grandfathering" che considerava le emissioni storiche degli operatori; dalla terza fase in poi si adotta l'approccio "benchmark" che, una volta calcolato, viene inserito all'interno di una formula che tiene in considerazione sia il livello storico di emissioni, sia il rischio di esposizione al carbon leakage. La seconda modalità di allocazione delle quote è la vendita all'asta che si svolgono in un'unica tranche, in una busta chiusa e con un prezzo uniforme. Negli ultimi anni il prezzo delle quote di emissione si è notevolmente innalzato, passando da 5/6 euro, fino a toccare quota 100. Dal 2021 l'industria della ceramica, appartenente al settore "hard to abate" è esclusa dall'allocazione gratuita delle quote di emissioni a causa dell'intensità di emissione relativamente basse di tali industrie, pari a 0,548 kg CO2/EUR (la soglia di inclusione è pari a 1 kg CO2/EUR)
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