Riassunto analitico
L’elaborato si incentra sul fornire un quadro dettagliato in materia di Minibond, con particolare focus su: le innovazioni apportate dalla normativa dal 2012 in poi tramite i decreti facenti parte del cosiddetto “Pacchetto Minibond” e sulle caratteristiche del pegno mobiliare non possessorio, istituto introdotto in Italia nel 2016, e le sue potenzialità di utilizzo nell’ambito di un’emissione obbligazionaria. Nel secondo capitolo si approfondisce il ruolo dei vari attori della filiera che aiutano o comunque interagiscono con l’emittente nell’intero processo; si fornisce, poi, una panoramica delle motivazioni principali che spingono una società ad emettere dei minibond, delle quali la principale risulta essere il finanziamento della crescita interna dell’impresa, e si analizzano i pro e i contro dello strumento. Sicuramente i maggiori vantaggi derivano dalla differenziazione delle fonti e un allungamento della durata media delle passività, dalla maggior trasparenza che viene richiesta all’emittente, dai benefici di natura fiscale, nonché dal positivo ritorno di immagine anche verso gli istituti creditizi. Le criticità principali riguardano i costi connessi all’emissione, il numero di attori coinvolti nel processo e gli adempimenti necessari. Lo scenario sinora descritto è concretizzato nella presentazione della società cooperativa “Caseificio 4 Madonne dell’Emilia Romagna”, importante realtà emiliana dell’agro-alimentare, la quale ha posto a garanzia della sua emissione forme di parmigiano reggiano tramite l’istituto del pegno mobiliare non possessorio e che ha potuto confermare, tramite la propria esperienza, quali sono stati i vantaggi ottenuti da questo tipo di finanziamento. Nell’ultima parte del lavoro si presentano alcune analisi descrittive delle emissioni italiane quotate su ExtraMot PRO (MTF di Borsa Italiana) avvenute relative al mercato agro-alimentare italiano e una presentazione del settore in generale.
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