Riassunto analitico
Il francese è stato la lingua della diplomazia per eccellenza durante il XVII e il XVIII secolo, e oggi, nonostante abbia perso parte della sua antica supremazia, continua a essere una delle principali lingue diplomatiche. La presente tesi di laurea ha l’obiettivo di approfondire il linguaggio diplomatico, con un’attenzione particolare alle sue specificità, attraverso l’analisi di un corpus di documenti diplomatici francesi. Dopo una digressione storica che traccia le tappe fondamentali dell’evoluzione della lingua francese e della sua affermazione come lingua diplomatica dell’Europa del Settecento, l’elaborato prende in esame lo sviluppo della diplomazia europea, ripercorrendo le fasi principali che ne fissarono le caratteristiche e le funzioni. In particolare, l’analisi dei compiti della diplomazia moderna, che si realizzano soprattutto nella stesura di accordi internazionali, centrati sulla mediazione e sulla negoziazione, mostra che il linguaggio e lo stile diplomatico sono elementi fondamentali di quest’arte. Eppure, le forme particolari della comunicazione dei diplomatici sono state a lungo trascurate in letteratura. A questo proposito, è stato fondamentale il contributo di Constanze Villar, Le discours diplomatique, nel quale è proposta una definizione del discorso diplomatico che ne evidenzia la caratteristica discriminante: l’ambiguità, e, con essa, le forme del discorso che la sollevano, ossia la figura retorica dell’iperbole, nelle sue varianti di cortesia ed eufemismo. L’ambiguità diplomatica è “costruttiva” o “creativa”, poiché realizza uno spazio virtuale che aumenta le opportunità di manovra, funzionali a raggiungere un compromesso temporaneo ma necessario per colmare il divario tra gli interessi discordanti delle parti. L’applicazione di questa strategia è dimostrata dall’analisi di una serie di esempi concreti di ambiguità diplomatica, tratti da alcuni trattati internazionali e risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
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Abstract
French used to be the predominant diplomatic language during the seventeenth and eighteenth centuries and nowadays, despite having lost some of its former supremacy, it is still a major diplomatic language. This thesis aims to examine the diplomatic language, with particular attention to its peculiarity, through the analysis of a corpus of French diplomatic documents. Following a historical digression that traces the main stages of the evolution of French and its emergence as the diplomatic language of Europe in the eighteenth century, the thesis explores the development of European diplomacy and the steps that strengthened its main features and functions. In particular, the analysis of the tasks of modern diplomacy, which mainly occur in the drafting of international agreements – based on mediation and negotiation – shows that the language and the style of diplomats are crucial elements of this art. Yet, the peculiar forms of diplomatic communication have long been neglected in the literature. In this regard, the contribution of Constanze Villar, namely Le discours diplomatique, has been critical. In this book, the author provides a definition of the diplomatic discourse that points out its distinguishing feature: the ambiguity, and the figures of speech that raise it: the hyperbole, and its forms of courtesy and euphemism. The diplomatic ambiguity is “constructive” or “creative”, as it opens room for further ploys and it serves the important function of reaching a temporary but necessary compromise that bridges the gap between conflicting interests of certain parties. The fulfilment of this strategy is demonstrated by the analysis of concrete examples of diplomatic ambiguity, taken from international treaties and United Nations Security Council resolutions.
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