Riassunto analitico
Obiettivo del presente lavoro è l’analisi di come, in seguito al processo di unificazione europea e all’adesione all’Unione Economico Monetaria, il nostro Paese ha, nel tempo, sperimentato, implementato, coordinato norme e criteri peculiari, in conformità al proprio quadro giuridico istituzionale e al grado di federalismo interno vigente, per raggiungere gli obiettivi economico-finanziari fissati e garantire il rispetto dei vincoli imposti dall’adesione al Patto di Stabilità e Crescita e al Fiscal Compact. Si analizza, pertanto, come il Governo centrale, mediante il Patto di Stabilità Interno esprime gli obiettivi programmatici ed i corrispondenti risultati, per le Amministrazioni centrali e per gli Enti Territoriali, coinvolgendo gli stessi nel raggiungimento degli obiettivi generali di finanza pubblica assunti in sede europea. Si affrontano le principali problematiche del Patto, fra cui l’avvicendarsi non sempre coordinato delle regole e l’eccessiva rigidità dello stesso, fino all’introduzione delle misure di flessibilità anche per le Regioni a statuto ordinario: la c.d. regionalizzazione del Patto di Stabilità Interno (patto regionale orizzontale e verticale) che comporta l’articolazione delle regole su due livelli: da un lato lo Stato procede a quantificare l’entità della manovra ed a definire gli obiettivi di finanza pubblica, ripartendo gli stessi tra le diverse Regioni, dall’altro lato le Regioni sono chiamate a gestire il raggiungimento dell’obiettivo assegnato, coordinando gli Enti locali del proprio territorio. Nell’ambito degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, che si sono resi necessari a seguito del significativo deterioramento delle posizioni di finanza pubblica conseguente alla crisi economico – finanziaria, la riduzione della Spesa di Personale assume un grande rilievo anche per l’Italia. Altro obiettivo del presente lavoro è quello di analizzare il contributo fornito dal Pubblico Impiego al percorso di risanamento fiscale, che si è reso necessario a fronte della crisi economica tutt’ora in atto. Nel presente lavoro si analizza la consistenza del Pubblico Impiego italiano, raffrontandola con quella di altri Stati europei, per comprenderne la composizione numerica e qualitativa e per capire quale è stato l’impatto generato dalle numerose misure adottate dal nostro Paese per la riduzione della spesa e della consistenza numerica dei dipendenti pubblici. Si prendono quindi in considerazione tutti gli interventi di contenimento che hanno interessato il pubblico impiego, che hanno avuto successione nelle varie Leggi finanziarie, di stabilità e manovre correttive. Si pone l’accento sulla corretta qualificazione dell’aggregato “spese di personale”, che è stato al centro di diverse interpretazioni che hanno creato non poche difficoltà per gli Enti tenuti al rispetto delle regole di contenimento. Si analizzano, infine, gli interventi di riduzione della spesa per il Pubblico Impiego adottati nei diversi Paesi Europei.
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