Riassunto analitico
Per riuscire a comprendere e a ridefinire quelle che furono le cause della crisi della repubblica romana, è risultato fondamentale narrare, nella mia tesi, degli eventi che anticiparono quegli anni e soprattutto si è rivelato indispensabile illustrare i caratteri generali della “Res publica” stessa, del suo assestarsi successivamente al sovvertimento del governo regio, del suo divenire una democrazia con il rovesciamento dello Stato quiritario e del suo apogeo come potenza egemone sia dal punto di vista militare che politico. La costituzione romana aveva, infatti, retto per secoli e aveva manifestato di essere l’unica vera culla della civiltà, del diritto e della democrazia, ma fu proprio la crisi di quest’ultima, in concomitanza con altre cause, quali la lotta di classe, i personalismi, la corruzione, la passività del popolo, a dare inizio a quella fase di crisi che porterà tra il 146 a.C. e il 27 a.C. al suo lento sgretolarsi. In questa tesi, quindi, si è cercato di compiere un tentativo di ricostruzione di quelle che furono le cause della crisi repubblicana, in primis da un punto di vista politico, analizzando l'oligarchia senatoria e la sua incapacità, manifestata attraverso determinate scelte di governo, di adeguarsi al nuovo stato-impero. Da un punto di vista economico, è risultato fondamentale analizzare da un lato, la nascita di una nuova economia di scambio, frutto di quella classe di commercianti costituitasi grazie all’espansione territoriale e dall’altra, l’impoverimento delle classi meno abbienti e degli agricoltori, prima nerbo delle legioni, poi depredati dei propri campi e divenuti parte del proletariato urbano. Altri elementi di crisi di cui si è rivelato indispensabile trattare sono stati sia il mutamento repentino dei valori militari, generato dall’evoluzione dell’esercito romano, che grazie a Caio Mario è divenuto stabile, retribuito e professionista ma anche caratterizzato da un nuovo sentimento di fedeltà al proprio generale, in sostituzione al più antico amor di patria; e sia la crisi culturale dei valori tradizionali romani, attraverso l’influenza della civiltà ellenistica. Si è inoltre esaminato un ultimo aspetto della crisi, quello sociale, attraverso l’analisi del rapporto tra le classi politiche romane, l’esame del malcontento sociale del proletariato e dei sudditi sfruttati nelle provincie, e attraverso un’attenta descrizione sia della guerra sociale, Bellum Italicum (91 a.C.- 88 a.C.) e sia, in ultimo, della guerra civile tra Caio Mario e Lucio Cornelio Silla (86-82 a.C.), primo vero Dictator legibus scribundis et rei publicae constituendae.
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Abstract
Per riuscire a comprendere e a ridefinire quelle che furono le cause della crisi della repubblica romana, è risultato fondamentale narrare, nella mia tesi, degli eventi che anticiparono quegli anni e soprattutto si è rivelato indispensabile illustrare i caratteri generali della “Res publica” stessa, del suo assestarsi successivamente al sovvertimento del governo regio, del suo divenire una democrazia con il rovesciamento dello Stato quiritario e del suo apogeo come potenza egemone sia dal punto di vista militare che politico.
La costituzione romana aveva, infatti, retto per secoli e aveva manifestato di essere l’unica vera culla della civiltà, del diritto e della democrazia, ma fu proprio la crisi di quest’ultima, in concomitanza con altre cause, quali la lotta di classe, i personalismi, la corruzione, la passività del popolo, a dare inizio a quella fase di crisi che porterà tra il 146 a.C. e il 27 a.C. al suo lento sgretolarsi.
In questa tesi, quindi, si è cercato di compiere un tentativo di ricostruzione di quelle che furono le cause della crisi repubblicana, in primis da un punto di vista politico, analizzando l'oligarchia senatoria e la sua incapacità, manifestata attraverso determinate scelte di governo, di adeguarsi al nuovo stato-impero.
Da un punto di vista economico, è risultato fondamentale analizzare da un lato, la nascita di una nuova economia di scambio, frutto di quella classe di commercianti costituitasi grazie all’espansione territoriale e dall’altra, l’impoverimento delle classi meno abbienti e degli agricoltori, prima nerbo delle legioni, poi depredati dei propri campi e divenuti parte del proletariato urbano.
Altri elementi di crisi di cui si è rivelato indispensabile trattare sono stati sia il mutamento repentino dei valori militari, generato dall’evoluzione dell’esercito romano, che grazie a Caio Mario è divenuto stabile, retribuito e professionista ma anche caratterizzato da un nuovo sentimento di fedeltà al proprio generale, in sostituzione al più antico amor di patria; e sia la crisi culturale dei valori tradizionali romani, attraverso l’influenza della civiltà ellenistica.
Si è inoltre esaminato un ultimo aspetto della crisi, quello sociale, attraverso l’analisi del rapporto tra le classi politiche romane, l’esame del malcontento sociale del proletariato e dei sudditi sfruttati nelle provincie, e attraverso un’attenta descrizione sia della guerra sociale, Bellum Italicum (91 a.C.- 88 a.C.) e sia, in ultimo, della guerra civile tra Caio Mario e Lucio Cornelio Silla (86-82 a.C.), primo vero Dictator legibus scribundis et rei publicae constituendae.
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