Riassunto analitico
L’istituto del whistleblowing ha una chiara origine nel mondo anglosassone, dove l’interesse per l’emersione degli illeciti sul luogo di lavoro è sempre stato più presente che nel mondo della civil law. In questa area l’introduzione dell’istituto è stata tardiva e motivata unicamente da istanze di carattere internazionale. Il whistleblower è dunque colui che, durante lo svolgimento della propria prestazione lavorativa testimonia e denuncia un illecito, un’irregolarità o anche solo il rischio che possa verificarsi, e decide, di segnalarlo a una persona o autorità che possa provvedere in proposito. Per questa sua attività di segnalazione e dunque di promozione della legalità sul luogo di lavoro, il whistleblower necessita di adeguata protezione al fine di evitare condotte ritorsive da parte del datore di lavoro segnalato. il whistleblowing quindi da strumento trasparenza e di lotta contro la corruzione, diffusosi sia nel settore privato che nel pubblico, è divenuto una efficace procedura contro qualsiasi tipo di illecito, ivi compresi quei fenomeni odiosi come le discriminazioni e le molestie sul lavoro L’ interesse per il whistleblowing in Europa si è affermato solo grazie alla direttiva 1937/2019 del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante la protezione dei lavoratori e delle lavoratrici che segnalano violazioni del diritto dell’Unione. L’obiettivo della direttiva quindi è introdurre una forma di protezione unitaria del whistleblower, introducendo norme minime comuni di tutela al fine di dare uniformità a normative nazionali che risultano, allo stato attuale, estremamente frammentate ed eterogenee. lo scopo della presente tesi è quello di compiere una analisi approfondita sullo sviluppo dell’istituto in Europa, confrontandolo con la disciplina italiana, attualmente differenziata per il settore pubblico e privato. In attesa, quindi, del recepimento della direttiva, occorre verificare se la disciplina italiana sia effettivamente in grado di assicurare adeguata protezione al segnalatore, facendo ricorso quindi ad avanzate tecniche di anonimizzazione, confrontando il sistema proposto dall’ANAC, rispetto a quelli invalsi nelle aziende private.
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