Riassunto analitico
Sin dalla sua nascita il lavoro accessorio ha sempre avuto una storia piuttosto complessa. L’obiettivo principale della tesi è di esplicare attraverso un quadro analitico ed attualizzato questo istituto. Si analizzeranno le fasi dell’evoluzione del lavoro accessorio, partendo ovviamente dalla Riforma Biagi D.Lgs. 276/2003, che ne ha sancita l’introduzione. L’obiettivo del legislatore era duplice; da un lato di natura politica, per mantenere all’interno del mercato del lavoro i soggetti che hanno difficoltà a entrarvi o che sono in procinto di uscirne; dall’altro strategico, per far si che emergano e si disciplinino tutte quelle prestazioni che incrementano il fenomeno del lavoro “nero”. L’accessorietà dell’istituto quindi ha lo scopo di incentrarsi su quelle attività poste ai margini del mercato del lavoro, ovvero, sui quei lavoratori a «rischio di esclusione sociale». Si considereranno quelli che sono i principali aspetti del lavoro accessorio e del sistema dei voucher come la fattispecie di riferimento, il campo d’applicazione, le modalità di instaurazione del rapporto, la sua gestione, il trattamento del lavoratore nonché l’evoluzione storica dell’istituto dal D.lgs 276/2003 sino ad oggi. Lo sviluppo del lavoro accessorio è stato lento e tortuoso. Attraverso alcune modifiche, con la L. 133/2008 è stato ampliato il campo d’applicazione dell’istituto sia sotto il profilo oggettivo (aumentando le attività nelle quali è possibile il suo utilizzo) sia soggettivo (estendendo a tutti i lavoratori e non solo ad alcune fasce marginali). Il legislatore, infatti, prendendo atto della crisi che ha colpito il mercato globale, ha cercato di rinvigorire la finalità politica, attraverso l’ampliamento della platea dei soggetti che possono accedere al lavoro accessorio, trasformando quest’ultimo in un vero e proprio «ammortizzatore sociale», perfettamente calzabile con quelli tradizionalmente previsti dal nostro ordinamento. Con la crescente crisi economica, l’art. 70 è stato quindi modificato da successivi interventi normativi, in particolare con la L. 33/2009 e con la Finanziaria 2010, che ne hanno dilatato le potenzialità applicative. Le modifiche hanno fatto emergere la parziale inadeguatezza della disciplina originaria e ne hanno favorito la diffusione cercando di dare un nuovo impulso, al fine di appagare le esigenze che costituivano il fondamento e che avevano giustificato la sua introduzione. La riforma Fornero nel 2012 getta le basi per un nuovo cambiamento del lavoro accessorio. L’intervento questa volta era destinato a evitare un uso improprio dell’istituto che rischiava di mettere a repentaglio la tutela dei lavoratori. In seguito si analizzerà il lavoro accessorio dal punto di vista giuridico, facendo emergere le criticità anche dal punto di vista costituzionale e si esamineranno le condotte sanzionatorie rilevabili da un’attenta e necessaria attività di vigilanza, evidenziando la problematica legata all’utilizzo del lavoro accessorio. Nell’ultima parte di questo lavoro si tratteranno le modifiche apportate dal D.lgs 81.2015 focalizzando l’attenzione soprattutto sul campo di applicazione e la costituzione del rapporto di lavoro con tutti gli obblighi di comunicazione da parte del datore di lavoro agli istituti previdenziali nonché degli aspetti retributivi. Infine si tratterà l’eliminazione dei voucher con le relative conseguenze apportate dal decreto legge 25/2017.
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