Riassunto analitico
La recente situazione scolastica italiana impone delle riflessioni sulla condizione linguistica, accademica e sociale degli studenti immigrati nel nostro paese. Oggigiorno si sente molto parlare dell’importanza di sviluppare l’italiano L2 per gli studenti di recente immigrazione, ma si discute ancora troppo poco sull’importanza della L1 per questi allievi. Vari studi dimostrano che la lingua madre rappresenta una base indispensabile per l’apprendimento di altre lingue, oltre a infondere sicurezza e autostima nello studente e a mantenere vivo il legame con la cultura d’origine. La L1 è quindi un elemento indispensabile per la crescita accademica e personale degli studenti stranieri e deve esserne rivalutata la centralità nell’insegnamento ai bilingui, visto che per molto tempo è stata considerata inutile o persino negativa per un giusto sviluppo cognitivo. Infatti si è a lungo pensato che essa potesse creare deficit e confusione linguistica. Per questo, per molti anni, si è preferito sviluppare un tipo di bilinguismo sottrattivo che lasciava maggiore spazio alla L2. Oggi, invece, le ricerche dimostrano che la lingua madre è una risorsa indispensabile per il bilingue e che funge da base per lo sviluppo della L2, dato che secondo la Developmental Interdependence Hypothesis di Cummins le competenze acquisite attraverso una lingua sono trasferibili all’altra. Il nostro studio parte da queste riflessioni generali al fine di proporre un modello d’insegnamento in grado di mantenere vivo l’uso della lingua di origine per gli studenti stranieri, sviluppare l’italiano L2, in particolare per fini di studio, e permettere un’integrazione degli allievi stranieri all’interno della classe attraverso il metodo d’insegnamento del cooperative learning, oltre ad abituare gli studenti italiani a vivere in un contesto multiculturale dove la differenza è vista come possibilità di ricchezza. Nella prima parte della tesi ci soffermiamo sulle teorie psicologiche a sostegno del bilinguismo, affrontando un lungo excursus tra decenni di ricerche e sperimentazioni, riprendiamo l’importanza e la possibilità di utilizzare la lingua madre in classe, analizziamo le varie tipologie di cooperative learning, descrivendone elementi positivi e negativi e scegliamo il metodo che ci pare più consono ai nostri obiettivi di studio. Infine, nell’ultimo capitolo, proponiamo un modello d’insegnamento basato sul lavoro cooperativo sia tra gli alunni stranieri che con la partecipazione di quelli italiani e una serie di attività che permettano di raggiungere gli obiettivi proposti. Il nostro modello è facilmente attuabile in qualsiasi scuola secondaria di secondo grado, gli unici requisiti necessari sono l’impegno, la motivazione e la partecipazione da parte di studenti e insegnanti. Inoltre, appare centrale un’analisi dei bisogni dello studente e un’attenzione particolare alle sue preconoscenze sia nella lingua di origine che in italiano, in modo da poterle riattivare e partire proprio da ciò che lo studente già conosce. Ogni percorso deve essere creato appositamente per un allievo tenendo presente le sue attitudini e i suoi bisogni. Al fine di assicurare un’esposizione graduale ai compiti cognitivi gli insegnanti sono chiamati a considerare non solo le competenze linguistiche dell’allievo e la distanza della sua lingua madre dall’italiano, ma anche le competenze cognitive e metacognitive pregresse. Le attività proposte mirano a migliorare sia le competenze linguistiche che i contenuti disciplinari, concentrandosi in particolar modo sulle abilità di studio e sulle strategie di apprendimento che sviluppano motivazione e autonomia nello studente. Crediamo che queste proposte possano davvero cambiare la vita di alcuni studenti e ci auguriamo che vengano prese in considerazione dalla scuola italiana di oggi che si trova in una situazione di forte emergenza.
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Abstract
The recent Italian School Education System issue imposes several reflections regarding the linguistic, academic and social conditions of immigrant pupils in our country. Nowadays the topic of developing Italian as a second language for immigrant students is fundamental, while the importance of maintaining L1 for these pupils is not encouraged enough. Many researches have demonstrated that L1 is an essential factor for the development of other languages, it also reassures the students and helps to maintain a relationship with their mother culture. The first language is essential for the academic and personal growth of foreign students and it is advisable that teachers and educators bear in mind its importance for the education of bilinguals, taking into consideration that for many years it has been considered worthless or even negative for the cognitive development of children. Indeed researchers have thought for a long time that L1 could create deficit and linguistic confusion in the mind of the bilingual. For this reason, for many years, many countries have developed a kind of subtractive bilingualism which allows more space to the second language. Today instead, surveys demonstrate that the mother tongue is fundamental for the bilingual and it works as a basis for the development of L2, as according to Cummins’ Developmental Interdipendence Theory the competences obtained through a language can be transferred to another language. My thesis starts with these general reflections in order to introduce a teaching method which can help foreign students to maintain the use of their first language, develop the use of Italian as a second language (with studying aims as its goal) and allowing the inclusion of immigrant pupils in the class through the teaching method of cooperative learning and get Italian students used to living in a multicultural context where difference represents a possibility of richness. In the first part of my thesis I have analysed the psychological theories which support bilingualism, carrying out an excursus along decades of researches and experimentations, I have examined the importance and the possibilities of using L1 during lessons, I have presented the different types of cooperative learning describing positive and negative aspects and I have chosen the method which best suits my study aims. In the end, in the last chapter, I have suggested a teaching method based on cooperative working among foreign students and Italian students and several activities that can allow pupils to achieve their goals. My model can be easily applied in every secondary school, key factors are the pupils and teachers’ affords, motivation and involvement. Moreover a thorough analysis of pupil’s needs and his/her foreknowledge in his/her mother tongue and Italian, in order to reactivate it and start from what the pupil already knows. Every syllabus has to be prepared for that particular pupil taking into consideration his/her needs and inclinations. In order to assure a gradual exposure to the cognitive demanding tasks, teachers have to take into account not only the linguistic competences of the learner and the distance between his/her mother tongue from the Italian language, but also his/her previous cognitive and metacognitive skills. The activities suggested aim at improving both linguistic skills and subject matter, with particular attention to studying skills and learning strategies which develop students’ motivation and independence. I think that these suggestions really can change the life of many pupils and I hope that they will be taken into consideration by the Italian School System which is in in need of an urgent change.
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