Riassunto analitico
L'indubbia crisi della giustizia civile nel nostro Paese ha portato ad un sempre maggior ricorso di coloro che cercano di ottenere una tutela dei propri diritti ai sistemi di c.d. Alternative Dispute Resolution (ADR) che emergono nella società per fornire le risposte che il processo ordinario non riesce più a dare. Tra questi, la mediazione è senza dubbio una soluzione da valutare attentamente, nonostante sia necessario creare un substrato per innestare i nuovi sistemi di risoluzione delle controversie, attraverso la formazione di una vera e propria cultura. Obiettivo della presente tesi di laurea è quello di fornire un’analisi della nuova mediazione civile e commerciale, istituto introdotto di recente nel nostro ordinamento (d.lgs. n. 28/2010), il cui obiettivo, e punto di forza, è quello di condurre le parti in lite al raggiungimento di un accordo, che oltre ad essere raggiunto in tempi certamente più brevi rispetto a quelli richiesti dal procedimento ordinario per l’ottenimento di una decisione, consenta alle parti stesse di contemperare i loro interessi, trovando una soluzione che riesca a soddisfare le esigenze di ciascuna di esse. Il lavoro si compone di quattro capitoli. Il primo si occupa della contestualizzazione storico-giuridica dell'istituto. Prendendo le mosse dalle ragioni che hanno spinto in primis alla nascita, e in seguito alla diffusione dei metodi di risoluzione alternativi delle controversie, si considerano le origini del fenomeno nel continente americano, per poi dirigere lo sguardo al contesto europeo e a quello nazionale. Relativamente a quest'ultimo, vengono segnalati gli interventi che hanno preceduto il d.lgs n. 28/2010, normativa che per la prima volta ha disciplinato in modo organico il procedimento di mediazione nel nostro ordinamento, e il più recente "decreto del fare", d.l. 69/2013, che ha apportato alcune importanti modifiche all'istituto. Il capitolo si conclude con un breve sguardo alle ODR, nuove procedure di risoluzione alternativa delle controversie che si servono di piattaforme digitali per il loro funzionamento e che hanno avuto molto seguito negli ultimi anni, soprattutto per la gestione dei rapporti commerciali. Il secondo capitolo è interamente dedicato all’istituto della nuova mediazione così come riformata dal "decreto del fare": mette in luce le caratteristiche, i principi generali che contraddistinguono il procedimento e delinea la figura del mediatore e quella degli organismi di mediazione. Analizza poi l’iter procedimentale e i suoi effetti, a partire dal deposito dell’istanza di mediazione sino ad arrivare alle questioni relative alla trascrivibilità dell’accordo e all’esecuzione dello stesso. Il terzo capitolo si focalizza sui rapporti tra procedimento di mediazione e processo ordinario di cognizione, in particolar modo nell'ambito della "mediazione obbligatoria". Particolare attenzione verrà riposta sull'art 5 del d.lgs 28 del 2010, andando a considerare i punti di contatto tra i due procedimenti e le influenze che la mediazione può avere sul processo civile. Il capitolo conclusivo è destinato ad un altro strumento di risoluzione alternativa delle controversie, introdotto nel nostro ordinamento nel 2014, ovvero la procedura di negoziazione assistita da uno o più avvocati. Si evidenziando le caratteristiche dell'istituto, anche ponendole a confronto con quelle proprie della mediazione, e si considerano i casi in cui il tentativo di conciliazione attraverso il suo utilizzo costituisce condizione di procedibilità. Viene contemplata infine la possibilità per le parti di avvalersi della procedura di negoziazione assistita in materia familiare, ossia per le vertenze in materia di separazione personale, divorzio e cessazione degli effetti civili del matrimonio religioso.
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