Riassunto analitico
L’idea di questa tesi nasce da un’esperienza di tirocinio soddisfacente e formativa presso il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza che ha contribuito a sviluppare il mio interesse nei confronti di questo tema. Ha origine inoltre dalla consapevolezza che il fundraising, nel contesto odierno, sia davvero una necessità concreta per i musei. La tutela e la valorizzazione del vasto patrimonio culturale non può essere affidata solo allo Stato e alle risorse pubbliche. La difficile crisi economica che l’Italia sta vivendo ha portato infatti a un drastico calo delle risorse pubbliche destinate al settore culturale e ai musei. L’Italia, paese del museo diffuso e con più beni al mondo riconosciuti dall’Unesco, è la nazione che spende meno per la cultura a livello europeo: 1,1% del Pil contro una media europea del 2,2%. Eppure il settore culturale produce il 5,8% del Pil e dà occupazione a 1,4 milioni di persone. La cultura e l’immenso patrimonio museale dovrebbero quindi essere un punto fermo da cui ripartire per dar vita ad una crescita economica sostenibile. In un contesto del genere, in cui lo Stato ha a disposizione sempre meno risorse e ne destina sempre meno alla cultura, appare chiaro che per la sopravvivenza dei musei e per il loro rilancio è assolutamente fondamentale il ruolo dei privati. Il fundraising in ambito museale non può essere più considerato marginale ma strategico e vanno rimossi gli ostacoli che ancora frenano gli investimenti privati. È necessario puntare quindi sulle agevolazioni fiscali, la leva fiscale è infatti un ottimo incentivo per avvicinare i privati al mondo culturale e museale. È necessario poi che la cultura perda quella aura di elitarietà che spesso l’accompagna, che i musei e le istituzioni culturali dialoghino con i privati, senza temere di perdere la propria autonomia culturale e che allo stesso tempo i soggetti privati intravedano le molteplici opportunità che l’investimento nel settore culturale comporta, sotto il profilo dell’immagine,della reputazione e dei rapporti con il territorio. La trattazione quindi, inizialmente, sarà focalizzata su alcuni elementi economico-gestionali legati ai musei. Da una definizione di museo e dai tratti distintivi che connotano questa istituzione il focus si concentrerà sulla mission e il rapporto con i principali stakeholder, la forma giuridica che i musei possono assumere e l’assetto istituzionale, poi ci si concentrerà sulle risorse umane, la collezione permanente e le esposizione temporanee, veri asset strategici per qualsiasi istituzione museale. Si passerà dunque ad analizzare l’assetto finanziario dei musei e il ruolo della legislazione italiana in ambito culturale e nel favorire i finanziamenti privati. È poi sembrato doveroso dare una definizione di fundraising e una panoramica dell’intero settore non profit in Italia per analizzare successivamente elementi fondamentali, strategie, metodologie, strumenti, fonti e risorse umane impiegate in questa attività. In seguito si passerà al vero focus della tesi ovvero la situazione italiana nell’ambito del fundraising per la cultura e, in particolare, per i musei. Vengono quindi analizzati i dati riguardanti i finanziamenti privati nel settore, le problematiche che lo affliggono e le possibili soluzioni, i passi avanti fatti in questi anni. A titolo di confronto verranno poi analizzati i casi di Gran Bretagna e Stati Uniti, paesi in cui il fundraising per i musei raggiunge punte di eccellenza da anni. Per non fermarsi al piano teorico sono state poi effettuate sei interviste a musei dalla diversa forma giuridica e dalla diversa mission che hanno dato vita a riflessioni e conclusioni. Lo scopo è quello di non fermarsi alla trattazione teorica ma di andare a vedere come concretamente è la situazione delle istituzioni museali e del fundraising legato ad esse in Italia.
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