Riassunto analitico
BACKGROUND Il ricovero ospedaliero rappresenta un evento critico per la popolazione anziana, con circa il 18-63% dei pazienti che sviluppa una nuova disabilità durante la degenza, spesso non correlata alla patologia acuta che ha determinato l'ospedalizzazione. Il declino funzionale durante l'ospedalizzazione è un problema comune negli anziani, con conseguenze negative sulla qualità della vita, sull'autonomia e sui costi sanitari. La mancata mobilizzazione precoce è un fattore chiave che contribuisce a questo declino. Sono necessari interventi strutturati per promuovere la mobilizzazione e migliorare gli esiti clinico-assistenziali. OBIETTIVI Lo scopo di questo studio è descrivere l'effetto dell'intervento interdisciplinare HESM sulla riduzione del grado di disabilità acquisita e sulla durata della degenza ospedaliera dei pazienti anziani ricoverati in Medicina Interna. Gli obiettivi secondari includono l'impatto dell'intervento sulla presenza di cateteri vescicali alla dimissione, episodi di delirium durante la degenza, richieste di istituzionalizzazione, trasferimento in MPA, re-ricoveri e mortalità a 90 giorni dalla dimissione. MATERIALI E METODI È stato condotto uno studio quasi-sperimentale before-and-after presso l'Unità Operativa Complessa di Medicina Interna dell'Ospedale Ramazzini di Carpi. Lo studio si è articolato in 2 fasi: nella Fase 1 sono stati raccolti i dati relativi alla pratica corrente, mentre nella Fase 2 è stato implementato il protocollo HESM con relativa raccolta dati. Il campionamento è stato effettuato considerando i volumi di attività della U.O.C.. Sono stati inclusi pazienti di età ≥ 65 anni con i seguenti criteri: MRS ≤ 4, MEWS < 5 e consenso informato. Sono stati raccolti dati demografici, clinici e relativi agli esiti. L'analisi statistica è stata condotta attraverso test parametrici e non parametrici appropriati, con significatività statistica fissata a p < 0,05. Lo studio ha ricevuto l'approvazione del Comitato Etico (CEAVEN 688/2023/SPER/AUSLMO). RISULTATI Al 2 Novembre 2024, sono stati arruolati 300 pazienti nella Fase 1 e 177 nella Fase 2. I due gruppi sono risultati simili per caratteristiche demografiche e cliniche. I pazienti arruolati nella Fase 2 (implementazione HESM) hanno mostrato una differenza significativamente minore nel punteggio di MRS (0,73 vs 0,43 punti, p=0,001) e nel punteggio di BIM (15,03 vs 10,25 punti, p=0,02). La percentuale di pazienti dimessi con catetere vescicale è stata inferiore nel gruppo della Fase 2 (26% vs 19%, p=0,08) ed il tasso di istituzionalizzazione significativamente piu basso (6% vs 1%, p=0,03). La probabilità di decesso a 90 giorni dalla dimissione è risultata significativamente inferiore nella Fase 2 (21% vs 10%, p=0,002). Tuttavia, non sono state osservate differenze significative nella durata della degenza complessiva (media di 10 giorni nel gruppo della Fase 2 vs 10 giorni nel gruppo della Fase 1, p=0,45), nei trasferimenti in MPA (21% vs 26%, p=0,25) e nel tasso di riammissione a 90 giorni (17% vs 12%, p=0,145). DISCUSSIONI E CONCLUSIONI I risultati preliminari suggeriscono che l'implementazione di un protocollo strutturato di mobilizzazione precoce, come il protocollo HESM, può contribuire a ridurre il declino funzionale negli anziani ospedalizzati, migliorando gli esiti clinici ed assistenziali. Nonostante la mancanza di differenze nella durata della degenza, l'intervento ha mostrato un impatto positivo su altri indicatori di qualità, come la riduzione dell'istituzionalizzazione. Questi dati sottolineano l'importanza di promuovere approcci standardizzati e multidisciplinari per la gestione della mobilità nei pazienti anziani, al fine di ottimizzare l'assistenza e la sostenibilità del sistema sanitario. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare la generalizzabilità di questi risultati ed esplorare l'impatto a lungo termine.
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