Riassunto analitico
Il presente lavoro di tesi si propone di indagare, riflettere, analizzare e incontrare le dimensioni di multiculturalità e complessità caratterizzanti la scuola contemporanea attraverso la lente interpretativa della pedagogia interculturale. Dopo un primo capitolo di approfondimento sul significato intrinseco dell’espressione “pedagogia interculturale”, seguito dal tentativo sintetico di inserirla all’interno di un quadro storico, teorico, normativo e socio-culturale, si procede verso uno scambio diretto con la comunità educativa. Ragionando a partire dalla fondamentale consapevolezza che le relazioni e le dinamiche tra i protagonisti dell’azione educativa influenzano altamente il processo di insegnamento-apprendimento, nel secondo capitolo si presenta una ricerca qualitativa basata sui principi della Grounded Theory costruttivista nell’interpretazione di Kathy Charmaz. Si tratta di una ricerca situata sul campo che ha come oggetto uno studio di caso per raccogliere dati riguardanti l’effetto del COVID-19 sulle relazioni interculturali (cioè tra gli studenti di “cultura altra“ e i pari “autoctoni”, così come tra gli studenti di “cultura altra” e gli insegnanti) all’interno di classi/sezioni appartenenti, principalmente, al territorio geografico in cui chi scrive ha contatti (provincia di Modena e Reggio Emilia). Tale ricerca è stata fatta attraverso un questionario con domande aperte e chiuse in formato digitale. Segue anche un’intervista semi-strutturata a un’insegnante di scuola primaria della provincia di Modena che da anni si occupa di promuovere esperienze interculturali con gli alunni. Infine, nell’ultimo capitolo viene raccontata la progettazione e la messa in pratica di un’Unità di Apprendimento interdisciplinare in una classe quarta di una scuola primaria (sempre della provincia di Modena) che si profila come un allenamento al pensiero critico e allo smascheramento di stereotipi e pregiudizi. Questa tesi riconosce e accetta la complessità e l’incertezza connaturate alla prospettiva interculturale, ma aspira a condividere buone pratiche d’inclusione scolastica e a far emergere nuovi interrogativi, i quali rappresentano il motore del cambiamento.
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