Riassunto analitico
La globalizzazione è un fenomeno che riguarda tutti gli attori operanti a livello economico, spingendo verso cambiamenti di modalità di gestione, richiedendo maggiore flessibilità e una valutazione più accurata della convenienza soprattutto in ambito lavorativo e di risorse. La strategia che viene percorsa attualmente è quella rivolta alla creazione di una impresa globale, dove gli investimenti sono rivolti in fattori mobili che possono essere trasferiti da un luogo ad un altro con estrema facilità e in tempi brevi (capitali finanziari, know how, macchine e topo management). La forza trainante in questo ambito è la delocalizzazione della produzione. Lo spostamento del processo produttivo a livello mondiale conduce ad un adattamento della struttura di produzione e della natura stessa delle imprese, inserite in un contesto globale caratterizzato da maggiori livelli di flussi di capitali e conoscenze tecnologiche, da importazioni meno costose e mercati delle esportazioni più estesi. Per delocalizzazione si intende il trasferimento della produzione di beni e servizi in altri Paesi, di solito in via di sviluppo o in transizione. In senso stretto, si fa riferimento ad uno spostamento della produzione di imprese poste sul territorio di un Paese ad un altro. In una prospettiva più ampia, la delocalizzazione è un fenomeno complesso, allo stesso tempo unitario, ma di carattere composito. I rapporti che si instaurano tra le parti coinvolte in questi processi si regolamentano in modi diversi. Il termine outsourcing, a cui è attribuita una connotazione ampia, viene usato in sostituzione alla parola delocalizzazione. Alcuni temono che la delocalizzazione possa impoverire l’economia nazionale, con perdita di posti di lavoro e valore aggiunto. Altri sostengono che si tratta di un processo virtuoso di rafforzamento delle imprese italiane, costituendo uno strumento competitivo.
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