Riassunto analitico
Questa tesi è stata scritta per approfondire un tema, quello dell’Outdoor education, che sta ricevendo un sempre maggiore interesse da parte delle scuole e degli insegnanti. L’idea è stata quella di scrivere un testo in grado di supportare futuri insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria nella scelta di avvicinarsi per la prima volta all’Outdoor education indipendentemente dalle loro precedenti esperienze. Questo orientamento pedagogico sta vivendo un veloce sviluppo in questi ultimi anni, sebbene ancora non se ne parli abbastanza e le informazioni siano particolarmente confuse. Eppure, viviamo due situazioni che convivono in netto contrasto tra loro: da un lato non si può negare il fascino che la natura esercita sui bambini e l’innata curiosità che li spinge ad esplorare il mondo, caratteristica tipica della fascia d’età infantile; dall’altro lato incontriamo ancora molti contesti scolastici dove la spazialità si riduce esclusivamente all’ambiente interno, relegando agli spazi aperti il compito di far “sfogare” i bambini e “rilassare” gli insegnanti. La scelta di compiere una tesi a sostegno dell’Outdoor education nasce dalla personale propensione verso i contesti di tipo naturale, maturata in un percorso di crescita nello scoutismo, e dalla convinzione che l’apprendimento duraturo maturi a partire dall’esperienza. Nei primi tre capitoli della tesi si cerca di dare un inquadramento teorico del tema dell’Outdoor education: il primo passo è rendere un fermo immagine della società moderna, con particolare riguardo ad alcuni aspetti relativi alla scuola, quali la crescente multiculturalità, i percorsi di inclusione nei confronti di persone con disabilità e un progressivo allontanamento dagli spazi aperti. Segue poi un affondo teorico sull’Outdoor education, che mira ad approfondire il tema nella sua globalità. Infine, nel terzo capitolo, si analizza l’innovazione di questo orientamento pedagogico, ovvero una differente lettura dello spazio, chiarendone l’importanza nella relazione di apprendimento, le cause dell’attuale disposizione scolastica nell’evoluzione storica della scuola italiana e, infine, le differenze tra l’attuale approccio e quello proposto dall’Outdoor education. Nel quarto capitolo si riconosce la disciplina biologia come utile strumento con cui si possono creare buone pratiche di Outdoor education. Il capitolo si apre con una riflessione sull’innata attrazione dell’uomo nei confronti della natura, la biofilia, fino alla strutturazione di percorsi che mirano allo sviluppo di competenze nei bambini affidati alla scuola. La tesi si conclude con alcuni esempi di buone pratiche di Outdoor education come testimonianza a favore di tale approccio metodologico nella quotidianità del fare scuola, in grado di aprire nuove possibilità e nuove dinamiche che arricchirebbero il sistema scolastico italiano. In conclusione, la tesi vuole sostenere l’Outdoor education come orientamento pedagogico valido per interfacciarsi con le nuove complesse dinamiche sociali. Le sue fondamenta si basano su uno stile esplorativo e attivo dei bambini in apprendimento il che li rende veri protagonisti della scuola e del loro processo di apprendimento. Se ben progettate, le dinamiche tra ciò che succede all’esterno e ciò che si può fare all’interno dell’edificio scolastico acquistano valore in un’ottica di complementarità. Sebbene sia stata identificata la biologia come disciplina, il carattere identitario dell’interdisciplinarità porta l’Outdoor education ad essere valido per tutti i campi del sapere e a favorire lo sviluppo di competenze utili alla formazione di cittadini del domani attivi e consapevoli.
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