Riassunto analitico
La ricerca, di carattere monografico, prende ad oggetto le opere principali di Furio Jesi (storico delle religioni, mitologo, critico letterario torinese del Novecento) e le sue riflessioni metodologiche elaborate a proposito dei rapporti che intercorrono tra il mito, la letteratura e la fiaba. In particolare, l’attenzione è posta su alcuni nuclei che emergono dall'opera jesiana e che si configurano come un’originale riflessione teorica sulle tendenze culturali e sui fenomeni sociali che hanno caratterizzato il XIX e il XX secolo, soprattutto dell’area mitteleuropea e dell’Italia. L’indagine è mossa dal presupposto jesiano secondo cui “il mito viene deformato dall'uomo che intende utilizzarlo per scopi sociali, politici o delittuosi”; quest’ultimo termine fa precisamente riferimento al legame che Jesi individua tra la deformazione del mito e il compiersi della vicenda nazista. Ai fini della presente ricerca, viene dato ampio spazio all'esame delle alterazioni subite dalle immagini del mito tra ‘700 e ‘900 e soprattutto del modo in cui i motivi mitici della morte, della città e della donna vengono rappresentati nella letteratura e nell'arte tedesca. Particolare risalto è dato al motivo romantico del doppio e alle sue declinazioni nella letteratura (ombra, proiezione, sosia, spettro) con specifica attenzione alle risignificazioni psichiche. Successivamente vengono indagati i rapporti che intercorrono tra il mito, l'adolescenza e la narrazione. Dallo studio delle opere e dei saggi che Jesi dedica a Pavese, Mann, Lukács e Rimbaud emerge nell'intellettuale torinese la presenza di una significativa speculazione teorica nei confronti delle posizioni attribuite all'infanzia e all'adolescenza dal dibattito culturale, politico e sociale nel periodo storico sopracitato. Inoltre viene indagato il modo in cui il tema del vampirismo ricorre nella produzione jesiana declinato nei termini di: analisi delle modalità di funzionamento del “modello macchina mitologica”, in rapporto alle accuse antisemite di omicidio rituale ed infanticidio; metamorfosi della figura del vampiro nella letteratura tedesca tra Settecento e Ottocento e sue simbologie nella società moderna. Infine, viene presa in considerazione l’attività saggistica e narrativa di Jesi e in particolare la produzione di opere di narrativa per ragazzi. In questo nucleo finale verrà posta in luce la prospettiva jesiana sul tema della narrazione, sia in termini di modalità costitutiva dei rapporti tra il mito e la fiaba sia come problema storico del Novecento.
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Abstract
The research, monographic in nature, focuses on the main works of Furio Jesi (historian of religions, mythologist, Turin literary critic of the twentieth century) and his methodological reflections on the relationship between myth, literature and fairy tale. In particular, the attention is focused on some of the nuclei that emerge from Jesi's work and that are configured as an original theoretical reflection on cultural trends and social phenomena that characterized the nineteenth and twentieth centuries, especially in Central Europe and Italy.
The investigation is motivated by the Jesian assumption that "the myth is deformed by the man who intends to use it for social, political or criminal purposes"; the latter term refers precisely to the link that Jesi identifies between the deformation of the myth and the Nazi story. For the purposes of this research, ample space is given to the examination of the alterations suffered by the images of the myth between the 18th and 20th centuries and above all to the way in which the mythical motifs of death, the city and the woman are represented in German literature and art. Particular emphasis is given to the romantic motif of the double and its declinations in literature (shadow, projection, look-alike, spectrum) with specific attention to psychic reignifications.
Subsequently, the relationships between myth, adolescence and narration are investigated. From the study of the works and essays that Jesi dedicates to Pavese, Mann, Lukács and Rimbaud, it emerges in the Turin intellectual the presence of a significant theoretical speculation with regard to the positions attributed to childhood and adolescence by the cultural, political and social debate in the above mentioned historical period.
Moreover, the way in which the theme of vampirism recurs in the Jesian production is investigated in terms of: analysis of the functioning of the "mythological machine model", in relation to the anti-Semitic accusations of ritual murder and infanticide; metamorphosis of the figure of the vampire in German literature between the 18th and 19th centuries and its symbologies in modern society. Finally, the non-fiction and narrative activity of Jesi is taken into consideration, and in particular the production of works of fiction for children. In this final nucleus the Jesi perspective on the theme of narration will be highlighted, both in terms of the constitutive mode of the relationships between myth and fairy tale and as a historical problem of the twentieth century.
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