Riassunto analitico
Con il presente elaborato si cerca di mettere in luce il ruolo dell’empatia, delle abilità cognitive e della capacità di assumere la prospettiva altrui intesa come perspective taking nei soggetti con Disturbi dello Spettro Autistico (ASD). Dell’empatia sono state trattate le diverse teorie che mirano a spiegare le componenti affettiva e cognitiva; si è differenziata dagli altri comportamenti interpersonali quali la simpatia, la mimica, il contagio emotivo, il disagio, l’altruismo ed il comportamento pro sociale. Sono state illustrate le diverse modalità per valutare la risposta empatica sulla base degli aspetti cognitivo, affettivo e multidimensionale, ponendo attenzione alle tecniche utilizzate per la misurazione evidenziando gli aspetti positivi, ma anche i limiti di ognuna. Si sono esposte le principali cause eziologiche del ASD, in particolare le principali teorie cognitive ed i nuovi sviluppi portati dallo studio delle neuroscienze con la scoperta dei neuroni specchio. Il meccanismo dei neuroni specchio dimostra la predisposizione genetica alla risposta empatica e la comprensione dell’azione altrui, definita da Gallese come “simulazione incarnata”. Anche il perspective taking, così come l'empatia, è stato descritto quale costrutto multicomponenziale distinto in componente cognitiva ed affettiva, sottolineandone le differenze e le inevitabili correlazioni. La capacità di assumere la prospettiva altrui e l’empatia risultano fondamentali per un corretto sviluppo psicosociale del bambino; i risultati presenti in letteratura indicano come sia possibile intervenire precocemente al fine di potenziare le abilità socio-cognitive ed emotive, tra cui il perspective taking e l’orientamento prosociale, nonché le abilità adattive. La capacità dei soggetti risulta quella di decentrarsi dalla loro prospettiva e comprendere punti di vista cognitivi, percettivi ed emotivi diversi dal proprio. Nel perspective taking l’approccio cognitivo ha riscontrato notevole approvazione sovrapponendolo alla Teoria della Mente (ToM). Tuttavia, secondo altro orientamento, la ToM rappresenta, invece, una delle componenti del costrutto multicomponenziale del perspective taking ed in particolare quello cognitivo. Solo negli ultimi decenni si è consolidato un nuovo orientamento in ambito comportamentista riconducibile alla Teoria della Cornice Relazionale (RFT). A differenza dell’approccio ToM, quello RFT definisce il perspective taking come un comportamento appreso all’interno di frame relazionali ed assume una rilevanza fondamentale per lo sviluppo di adeguate abilità sociali attraverso l’insegnamento di processi ad hoc. Proprio in tal senso si è indirizzata la ricerca che ha coinvolto un campione di adolescenti affetti da ASD ad alto funzionamento. L’obiettivo è stato quello di verificare se un training basato sulle risposte relazionali deittiche sia in grado di migliorare le abilità di perspective taking, nelle false credenze e nella capacità di comprendere che gli altri hanno stati mentali diversi dai propri. I risultati rafforzano l'evidenza dell'efficacia di protocolli specifici per indurre risposte relazionali deittiche. Gli effetti del protocollo perspective taking sembrano garantire l'accuratezza nei compiti di falsa credenza, tradizionalmente legati allo sviluppo della Teoria della Mente. In considerazione della correlazione tra Teoria della Mente e false credenze, si ritiene che questo protocollo possa favorire lo sviluppo di migliori competenze socio-relazionali inerenti ai domini discussi.
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