Riassunto analitico
Ho scelto il tema della diversità culturale, analizzata da un'ottica educativa. Il primo capitolo affronta la questione del multiculturalismo, della diversità culturale e dell'immigrazione da un punto di vista teorico, alla ricerca delle loro caratteristiche salienti e degli elementi più tipici, al fine di delineare questi fenomeni. Il multiculturalismo nasce dalla compresenza di diversi gruppi etnici che si trovano a convivere o comunque ad avere dei rapporti reciproci. La questione multiculturale, benché si sia intensificata nell'ultimo periodo, non rappresenta un fenomeno solo moderno, ma esiste fin dall'origine dell'uomo. I rapporti con la diversità sono tutt'altro che semplici, in quanto ciò che è differente suscita paura, insicurezze, rifiuto; spesso diventa oggetto di stereotipi e pregiudizi non facilmente modificabili; molte volte sprona a riflettere sulla propria identità culturale e sulle proprie abitudini. Lo sguardo che si deve essere in grado di adottare, oggi più che mai data la frequenza e consistenza delle migrazioni e dei contatti tra popoli diversi, è quello che vede nella diversità una ricchezza e una risorsa capace di migliorare e arricchire entrambe le parti. Nel secondo capitolo ho affrontato la questione da una prospettiva prettamente educativa; grazie all'educazione si può contribuire fin da piccoli allo sviluppo di adeguati atteggiamenti e comportamenti nei confronti dei differenti gruppi etnici. Nell'ottica educativa, l'obiettivo è quello di sviluppare uno sguardo più che multiculturale, che implica una compresenza di più culture che rimangono accostate le une accanto alle altre, uno sguardo interculturale, che rimanda a un rapporto di interscambio reciproco, e transculturale, che mira a individuare gli elementi in comune a dispetto delle differenze esistenti. Varie sono le strategie che si possono adottare in un contesto educativo: raccontare fiabe e tradizioni di altri paesi, proporre giochi e attività sportive tipiche di culture differenti, ma ancora di più stimolare occasioni di incontro diretto. Questo può avvenire sia tramite l'organizzazione di attività e proposte che prevedano la cooperazione e il contatto diretto tra bambini o ragazzi di etnie diverse, sia tramite la lettura o l'ascolto di narrazioni sulle storie delle persone straniere. Tramite il contatto diretto, le persone straniere si possono meglio far conoscere alla gente locale e viceversa ; ne possono scaturire legami e relazioni personali in grado di poter superare o arginare le visioni stereotipate che spesso si hanno, così come possono scaturire , in entrambe le parti, delle domande utili per rimettersi continuamente in discussione e per ridefinire la propria identità. L'ultimo capitolo si concentra proprio sul valore che la narrazione riveste per l'uomo, definibile homo narrans,e che consiste nel contributo che fornisce per la costruzione e ricostruzione della propria realtà e della propria identità. Grazie alle opere e al contributo di importanti autori, Grossman, Naipaul e Coetzee, che si sono votati alla narrazione scritta, è stato possibile riconoscere il ruolo che un buon libro può svolgere nel favorire l'incontro con culture differenti. Queste opere, dai temi densi e rilevanti, consentono di immergersi in contesti e tradizioni molto diverse dalle proprie, ma al tempo stesso permettono di riconoscere gli elementi comuni tra i propri percorsi esistenziali e quelli altrui. Ecco che le persone immigrate possono apparire un po' meno estranee e un po' meno minacciose; possono risultare più comprensibili le difficoltà che realmente hanno dovuto affrontare o che tutt'ora affrontano. Favorire e incitare la lettura di questo genere di opere rappresenta un valido strumento per un'educazione che sia realmente interculturale e transculturale.
|