Riassunto analitico
Il lavoro di tesi esamina la dinamica interculturale all’interno del sistema educativo italiano, con un focus sui Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA). Si analizza l’impatto della diversità culturale sull’educazione, evidenziando come i CPIA siano vere e proprie scuole di inclusione sociale per adulti, in particolare per chi proviene da contesti migratori. La tesi si struttura in aspetti centrali del contesto educativo interculturale e della pedagogia generale e sociale applicata nei CPIA. Nella prima parte si discute il ruolo fondamentale delle istituzioni italiane nell’inclusione sociale, promuovendo una “scuola plurale” che valorizzi la diversità culturale. L’approccio interculturale non viene considerato solo a livello didattico, ma come una filosofia che permea il sistema educativo, favorendo una società coesa. L’analisi teorica si basa sugli studi di Edgar Morin e Gregory Bateson, che affrontano le sfide e le opportunità della complessità. Viene descritta l’evoluzione storica del fenomeno migratorio in Italia e il suo impatto sugli istituti scolastici, che devono adattarsi a una popolazione diversificata. L’importanza dell’interazione interculturale e la necessità di superare pregiudizi sono sottolineate, in un contesto dove alfabetizzazione e lifelong learning sono cruciali per l’integrazione degli adulti con background migratori. La seconda parte approfondisce il concetto di setting educativo nei CPIA non solo come ambiente fisico ma anche come cornice intenzionale per l’educazione, l’apprendimento e l’inclusione. Il setting è un elemento fondamentale nella progettazione educativa, che non solo include spazi e tempi ma anche la costruzione di relazioni all’interno del contesto educativo, influenzando le dinamiche di apprendimento e partecipazione. Si esplorano quindi, le caratteristiche distintive dei CPIA, la loro evoluzione storica e le sfide che queste istituzioni affrontano. Utilizzando le teorie pedagogiche di autori come Salomone e Dozza, si analizzano gli ambienti inclusivi a misura degli adulti migranti. Il setting del CPIA viene visto come un ambiente dinamico, che si evolve tramite i feedback degli utenti, e mira a rispettare e valorizzare l’identità culturale degli studenti, agevolando l’apertura al confronto e al dialogo interculturale. La complessità del setting educativo richiede docenti con diverse competenze che siano in grado di rispondere ai bisogni individuali e di gruppo, integrando esperienze didattiche flessibili e partecipative, in grado di favorire l’autonomia e l’empowerment degli adulti. Tuttavia, persistono difficoltà di inclusione, specialmente per coloro che presentano un analfabetismo funzionale o DSA, evidenziando problematiche nelle politiche educative. Infine, l’ultima parte presenta un caso studio del CPIA di Reggio Emilia Sud, esplorandone struttura, metodologia didattica, e le sfide affrontate nel tirocinio. Si evidenziano le difficoltà degli studenti analfabeti e i progressi personali raggiunti. Inoltre viene discussa l’importanza del ruolo degli insegnanti come mediatori, mostrando come possano guidare gli studenti attraverso percorsi personalizzati, riducendo il divario tra esperienze pregresse e nuove competenze acquisite. Con l’analisi di pratiche educative concrete, si propongono strategie per migliorare l’efficacia educativa, promuovendo l’inclusione e lo sviluppo personale dei discenti. I CPIA rappresentano, dunque, un’istituzione ideale per l’applicazione di teorie pedagogiche, dove intercultura e personalizzazione dell’apprendimento sono fondamentali per il successo educativo e di partecipazione sociale degli studenti.
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