Riassunto analitico
Sempre più spesso gli insegnanti che accolgono una classe prima in ingresso alla scuola primaria, si lamentano che “questi bambini” sono diversi da quelli del ciclo precedente, poco scolarizzati: non riescono a stare fermi, non ascoltano e non rispettano i turni di parola, hanno tempi di attenzione brevissimi, faticano a concentrarsi, hanno difficoltà a fare attività pratiche anche molto semplici, hanno poco controllo emotivo, non riescono a gestire la relazione con i pari. Il giudizio che emettono dopo le prime settimane è laconico: “non sono pronti per iniziare la scuola primaria”. Come mai molti bambini arrivano “non pronti” alla scuola primaria? Questa domanda, mi ha portato a riflettere su cosa significa per i docenti “essere pronti” o “non esser pronti”. La riflessione apre il campo a ulteriori domande: come aiutare un bambino “non pronto” a recuperare velocemente questo divario? È possibile per l’insegnante curricolare proporre attività di potenziamento rivolte alla classe intera durante l’orario curricolare? La presente tesi cerca di rispondere a queste domande, di definire questo “essere pronti” e di proporre ai docenti curricolari delle soluzioni pratiche per “porre rimedio”. La risposta alla domanda iniziale sta nell’immaturità di processi cognitivi innati che chiamiamo Funzioni Esecutive (FE), un'espressione ad ombrello che racchiude in sé elementi diversi a seconda dei modelli e delle definizioni di riferimento. Possiamo descrivere queste funzioni come “un insieme di processi psicologici necessari per mettere in atto comportamenti adattativi e orientati verso obiettivi futuri” (Shallice, 2002); oppure “dei processi necessari a programmare, a mettere in atto e a portare a termine con successo un comportamento finalizzato a uno scopo” (Benso 2013). Si tratta di un insieme di funzioni che entrano in gioco quando è necessario concentrarsi e pensare, laddove una risposta automatica non sarebbe adeguata. Questi processi ci permettono di interagire col contesto, formulare obiettivi, pianificare come raggiungerli, portare avanti in modo efficace i nostri piani attraverso monitoraggio, valutazione e eventuale correzione del nostro agire. Le funzioni esecutive sono alla base del nostro agire e delle nostre interazioni sociali. Ci sono varie classificazioni delle FE, secondo i modelli integrati le possiamo dividere in processi di base come memoria di lavoro, flessibilità e inibizione e in processi più complessi come pianificazione e risoluzione dei problemi. Queste funzioni si sviluppano fin dalla nascita e sono indispensabili per ogni tipo di apprendimento. Il periodo prescolare è particolarmente sensibile per il loro sviluppo, mentre le funzioni più complesse si strutturano negli anni della scuola primaria. Le FE sono sensibili a vari fattori ambientali e sociali e possono essere stimolate e allenate. Quando, all’ingresso nella scuola primaria, queste funzioni sono ancora immature, c’è una pesante ricaduta sugli apprendimenti. È possibile tuttavia allenarle, varie sperimentazioni hanno provato che si possono inserire attività di potenziamento delle FE nella didattica curricolare alla scuola primaria. La presente tesi analizza quattro materiali che possono essere utilizzati in questo senso: propongono attività che l’insegnante curricolare può eseguire all’interno delle routine della giornata scolastica o in momenti dedicati, anche associate alle discipline. Intervenire precocemente sulle FE è fondamentale per mettere i bambini in condizioni di apprendere.
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