Riassunto analitico
Questo elaborato di tesi ha avuto come scopo, non tanto quello di ricostruire con accuratezza la storia delle emozioni, quanto piuttosto quello di far risaltare l’importanza di parlare delle emozioni con i bambini, incrementando quello che è il loro vocabolario emotivo e la loro capacità di affrontare le emozioni, comprese quelle dolorose (Steven Gordon, 1989). Si è partiti dall’esporre differenti teorie proposte da vari studiosi e scienziati i quali hanno provato a definire il concetto di “emozioni”: per alcuni, queste sono una risposta fisica che si è evoluta per garantire la sopravvivenza della specie (teoria evoluzionistica e conseguenti teorie psico-evoluzioniste); per altri, sono uno stato mentale che si attiva quando il cervello percepisce delle risposte fisiche (teorie neurofisiologiche), infine, ci sono quegli esperti che vedono le emozioni come stati che si avviano a seguito di una valutazione dell’antecedente situazionale (teorie cognitiviste). Si sono poi presi in considerazione i concetti di “intelligenza emotiva” (concetto introdotto inizialmente da Peter Salovey e John Mayer nell’articolo “Emotional Intelligence” del 1990 e ripreso poi nel 1995 da Daniel Goleman) e di “competenza emotiva” (concetto ripreso da vari autori come Steven Gordon, Carolyn Saarni e Susan A. Denham). Si è visto come questi due fattori siano fondamentali per la vita di un individuo e di come il contesto (famiglia e scuola), in cui esso vive, influenza il loro sviluppo. Infine, si approfondito, dopo uno sguardo alle indicazioni nazionali, il progetto educativo-didattico svolto in una sezione della scuola dell’infanzia che ha risposto positivamente alla domanda da cui è partita l’idea di redigere questo elaborato, ovvero “Fornire a bambini della scuola dell’infanzia abilità chiavi che danno la possibilità di comprendere, esprimere e regolare le proprie emozioni, permette una seppur minima evoluzione della competenza emotiva in un anno scolastico?”.
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