Riassunto analitico
L’obiettivo della presente tesi è quello di indagare il ruolo che la letteratura per l’infanzia può assumere nell’attività di decostruzione degli stereotipi di genere, i quali condizionano in modo rilevante i processi di socializzazione e di educazione, quindi l’identità di ciascuno. Il primo capitolo, in particolare, propone una cornice interpretativa circa la formazione dell’identità di genere, da intendere come costrutto sociale, quindi soggetto al cambiamento. Le ricerche dimostrano come questa costruzione sia influenzata dagli stereotipi diffusi nella società, nella quale permangono disuguaglianze e nette separazioni tra maschi e femmine, perpetuate soprattutto dalla famiglia e dalla scuola. L’indagine prosegue con l’esplicitazione degli effetti della lettura sullo sviluppo delle life skills e sulla costruzione dell’identità, in quanto le storie offrono ai lettori un “catalogo dei destini” possibili, personaggi in cui identificarsi e riconoscersi. Un’analisi delle fiabe tradizionali e di diversi albi illustrati mostra come le storie in questione propongano spesso modelli rigidi e anacronistici. Il secondo capitolo esplica la critica circa la netta contrapposizione e la complementarietà dei due generi, a favore di quello maschile, a partire dai movimenti femministi. Gli anni 70 rappresentano un importante punto di svolta: alle lotte per il cambiamento sociale promosse dal femminismo si affianca la pubblicazione del libro “Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti, testo che denuncia la non neutralità dell’agire educativo, introducendo la riflessione del genere all’interno della scuola. Nasce così la pedagogia di genere, che si traduce in un’educazione attenta alla questione, promossa da una pluralità di progetti e di iniziative. Le riflessioni di questi anni riguardano anche il campo della letteratura. In particolare, sono diverse le case editrici che propongono nuove storie, più eque in termini di genere: racconti che rompono gli stereotipi di genere, storie “capovolte” nelle quali le fiabe classiche subiscono un ribaltamento di genere e storie che raccontano di nuovi principi e principesse e di nuove eroine, ovvero donne realmente vissute autrici di grandi imprese. Proporre ai bambini tante storie è importante perché permette loro di identificarsi in diversi personaggi, ampliando il mondo delle possibilità, e di sentirsi rappresentati nelle loro differenze. Nel terzo capitolo, infine, si riflette sull’educazione al genere, il cui obiettivo è quello di far sviluppare ai bambini capacità riflessive e critiche attraverso pratiche caratterizzate dal dialogo e dal confronto, ma anche dall’apertura e dalla creatività. Le storie, se adeguatamente selezionate, rappresentano un mezzo privilegiato in questo senso, offrendo occasioni di condivisione, materiale di riflessione e schemi per la costruzione di nuove storie. All’esplicitazione di buone pratiche educative segue un approfondimento circa la mia personale esperienza di tirocinio, nel quale un’osservazione relativa all’influenza delle rappresentazioni sociali sui bambini è stata il punto di partenza di un progetto di lettura e discussione di tre albi illustrati contro stereotipici. In conclusione, si afferma come lo sviluppo di una cultura della parità debba essere obiettivo di tutti i docenti, in un approccio trasversale ed integrato, i quali hanno il compito e la responsabilità di formarsi per assumere consapevolmente ogni aspetto del proprio agire educativo. In sintesi, la tesi conferma l’ipotesi iniziale: la letteratura, attraverso un ampliamento dell’immaginario, una decostruzione degli stereotipi grazie alla discussione e l’invenzione di nuove storie, promuove, oltre all’acquisizione di life skills cognitive ed emotive, personalità libere ed una maggiore equità.
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