Riassunto analitico
La ragione che ha spinto a compiere questa ricerca era la curiosità di capire la eziopatogenesi e i possibili rimedi di patologie comuni non gravi ma fastidiose come le afte. Le cause di tali fenomeni non sono ancora chiare, tuttavia molte evidenze correlano stress ossidativo e afte. Questa condizione coinvolge i radicali liberi. Per questo motivo si è ritenuto indispensabile chiarire cosa fossero i radicali liberi, come e da cosa si generano, con che sostanze antagoniste, definite antiossidanti, si ostacola la loro attività e cosa porta allo stress ossidativo. Solo una volta che si sono approfonditi questi argomenti si può valutare la loro influenza nei processi infiammatori, in particolare quelli delle mucose, concentrando l’attenzione sulla mucosa orale. Il termine radicale libero è stato scelto per indicare molecole molto reattive che possiedono un elettrone spaiato. In presenza di componenti biologiche queste molecole reagiscono molto rapidamente su qualunque componente cellulare e non. Sono originate nelle varie attività fisiologiche delle nostre cellule a partire da diversi metaboliti contenenti azoto o ossigeno. Anche fattori esogeni come i raggi UV, il fumo, l’alcol o l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei può incrementare la quantità di radicali liberi nelle cellule. Quando sono prodotte in modo controllato e confinato queste specie chimiche sono di grande utilità in quanto uccidono i patogeni invasori e le cellule anomale inducendo apoptosi, inoltre partecipano ai processi di riparazione dei tessuti e fungono da molecole segnale essenziali. Se presenti ad alte concentrazioni alterano l’omeostasi dell’organismo e causano danno ossidativo, dal quale dipendono molti processi infiammatori. Le concentrazioni dei radicali liberi sono regolate da specifici sistemi antiossidanti ma una perdita dell’equilibrio tra radicali prodotti e capacità detossificante induce stress ossidativo, che si manifesta in diversi modi. Si sono accennate le conseguenze dello stress ossidativo sulle mucose, in particolare quella gastrointestinale, soffermandosi sul ruolo degli antiossidanti nei disturbi orali. Successivamente si è indirizzata l’attenzione alle afte, spiegando brevemente cosa sono e quali ipotesi motivano la loro comparsa. Infine si sono riportati studi clinici che hanno analizzato i livelli di alcune molecole che sembrano essere coinvolte nello stress ossidativo. Poiché non si conoscono per certe le cause che provocano la formazione delle afte, non è stato possibile individuare marker specifici da analizzare, pertanto ogni studio ha concentrato l’attenzione su alcune molecole ossidanti o antiossidanti ritenute importanti. Di conseguenza si sono ottenuti risultati variabili; tuttavia è stato riportato sempre un aumento della concentrazione dei radicali e una diminuzione dei sistemi di antiossidanti negli individui soggetti ad afte e questo ha portato a correlare lo stress ossidativo alla patologia. È stato proposto come indicatore più affidabile l’indice di stress ossidativo, cioè il rapporto tra la quantità di ossidanti e antiossidanti totali presenti nell’organismo. Sono state ipotizzate diverse cause che giustifichino l’insorgere delle afte; nessuna di esse è stata dimostrata in modo definitivo; molti studi hanno proposto, quantomeno come concausa, una situazione stressante a livello psicologico. Si sono poi analizzati i possibili rimedi proposti per le afte. Sembra che non ci sia una cura farmacologica dedicata, però esistono vari preparati che diminuiscono il dolore e aiutano a riparare più velocemente l’ulcera. La prima forma di trattamento consigliata generalmente è quella topica, che dona sollievo immediato, protegge da possibili infezioni e aiuta gli epiteli a rigenerarsi. Se il fenomeno persiste si propone allora un trattamento sistemico, come zinco o acido ascorbico, che aiutano a diminuire la grandezza dell’ulcera favorendo la guarigione.
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