Riassunto analitico
Il sistema pensionistico pubblico italiano, fondato sul principio della solidarietà intergenerazionale, è uno dei principali pilastri del welfare state. Il suo obiettivo è fornire sicurezza economica durante la vecchiaia, un concetto integrato nella Costituzione italiana. Durante gli anni '60 e '70, in un periodo di forte crescita economica e demografica, il sistema pensionistico era molto generoso nei confronti dei pensionati, raggiungendo il culmine con l'introduzione delle cosiddette "baby pensioni", che consentivano di andare in pensione con pochi anni di contributi. Questo ha generato uno squilibrio tra il numero di lavoratori attivi e pensionati, portando ad un aumento insostenibile della spesa pubblica. Le successive riforme hanno cercato di correggere questa situazione aumentando l’età pensionabile e passando, con la Riforma Dini del 1995, ad un sistema contributivo, basato sui contributi versati durante l'intera vita lavorativa. La tesi esplora nel dettaglio queste riforme nel primo capitolo, spiegando come e perché il sistema pensionistico pubblico sia diventato meno generoso rispetto al passato. Con l’indebolimento del sistema pubblico, la previdenza complementare, rappresentata principalmente dai fondi pensione, ha assunto un ruolo sempre più cruciale per garantire un reddito adeguato in vecchiaia. Il secondo capitolo della tesi è dedicato ai fondi pensione, che costituiscono il principale strumento di previdenza complementare in Italia. Viene fornita un'analisi delle diverse tipologie di fondi pensione, con una descrizione dei loro costi, dei vantaggi e del ruolo della COVIP, l'ente di vigilanza preposto. Nonostante l'importanza crescente di tali strumenti, la diffusione della previdenza complementare in Italia rimane limitata, solo il 37% dei lavoratori italiani ha aderito ad un fondo pensione. Il terzo capitolo si focalizza sull’educazione finanziaria e previdenziale in Italia. Viene valutato il livello di alfabetizzazione finanziaria tra gli italiani, che risulta ancora troppo basso soprattutto tra i più giovani, che sono tra i principali soggetti colpiti dalla riduzione della generosità del sistema pensionistico pubblico. Dati di rilevazioni condotte da istituti nazionali e internazionali indicano che il livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia è basso rispetto ad altri Paesi OCSE. L’ignoranza finanziaria non riguarda più solo la singola persona, ma ha un costo sociale sempre più rilevante, motivo per cui è essenziale implementare programmi di educazione finanziaria e previdenziale. Nel 2017, è stata introdotta la Strategia Nazionale di educazione finanziaria, gestita dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. Tra le iniziative più rilevanti c’è il Mese dell’educazione finanziaria, durante il quale vengono promosse diverse attività a favore di tutte le fasce della popolazione. Tuttavia, queste iniziative, sebbene importanti, rimangono ancora poco conosciute e vanno per questo sponsorizzate quanto più possibile. In sintesi, la tesi mira a fornire una visione completa del sistema pensionistico italiano, della sua evoluzione e delle sfide future. Dopo aver analizzato le dinamiche del sistema pubblico, l’elaborato si concentra sul funzionamento della previdenza complementare in Italia, sulla sua diffusione e sulla necessità di migliorare l’educazione finanziaria. Quest’ultima è infatti essenziale per garantire il benessere economico dei cittadini nel lungo termine, soprattutto in un contesto di incertezza legato al futuro delle pensioni pubbliche.
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