Riassunto analitico
Il fenomeno della deumanizzazione, seppur presente nella storia dell’umanità fin dai tempi antichi, è stato solo di recentemente preso in esame dalla psicologia ed, in particolare, dalla psicologia sociale. Deumanizzare una persona significa, sinteticamente, negarle parzialmente o totalmente lo stato di essere umano. Una declinazione della deumanizzazione è quella dell’oggettivazione, o riduzione della persona ad oggetto. Il seguente lavoro prende in esame una particolare forma di oggettivazione, quella sessuale, diffusa e sostenuta dalla cultura Occidentale. Oggettivare sessualmente una persona corrisponde a valutarla meramente in funzione della sua capacità sessuale, separando capacità psicologiche da capacità fisiche. Affinché ci sia oggettivazione deve essere presente uno sguardo oggettivante. Il fenomeno dell’oggettivazione viene descritto da alcuni autori come un circolo vizioso che sostiene, a sua volta, l’interiorizzazione della prospettiva oggettivante degli osservatori. In altre parole, a partire dalla oggettivazione ha origine una forma di auto-oggettivazione. Se l’oggettivazione è diffusa sia tra gli uomini che tra le donne, l’auto-oggettivazione sembra colpire maggiormente il pubblico femminile. La Teoria dell’Oggettivazione proposta da Fredrickson e Roberts (1997) ben illustra le conseguenze a livello di esperienze soggettive negative (ansia, vergogna del proprio corpo, incapacità di percepire gli stimoli corporali interni, difficoltà a raggiungere e mantenere picchi motivazionali) che, a lungo andare, possono sostenere l’incorrere in malattie mentali, in particolare: depressione, disturbi alimentari e disfunzioni sessuali. Gli studi condotti finora si sono focalizzati principalmente sull’indagine delle conseguenze di oggettivazione e auto-oggettivazione di soggetti non impegnati in relazioni sentimentali. Il seguente lavoro di ricerca condotto tra i mesi di Marzo e Luglio 2018 vuole rispondere a questa carenza, indagando gli effetti della riduzione della donna ad oggetto e dell’interiorizzazione della prospettiva oggettivante all’interno di relazioni eterosessuali adulte. In particolare, si è cercato di capire se le tendenze oggettivanti dei partner maschili fossero correlate all’auto-oggettivazione dei rispettivi compagni femminili, sia esplicitamente (tramite un questionario somministrato online) che implicitamente (tramite un compito di associazione implicita computerizzato, SC IAT). Sono inoltre state ipotizzate conseguenze negative dell’auto-oggettivazione a livello di coppia (in termini di qualità della relazione) e a livello individuale (in termini di soddisfazione generale e autostima). In aggiunta, a seguito delle numerose conferme dell’influenza degli stili di attaccamento nelle relazioni romantiche adulte (vedi, per esempio, Hazan and Shaver 1987; Simpson 1990; Feeney and Noller 1990) si è scelto di utilizzare lo stile di attaccamento come possibile variabile facilitante il processo di oggettivazione.
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