Riassunto analitico
Il fenomeno della resistenza agli antibiotici comporta gravi conseguenze per la salute dell’uomo, e in prospettiva si configura come una minaccia perfino peggiore che rischia di vanificare i progressi della medicina moderna con esiti presumibilmente insostenibili per la spesa sanitaria. Tra le strategie adottate per arginare un simile pericolo, rilevanza sempre maggiore è acquisita dall’antimicrobial stewardship; questa consiste in una serie di interventi coordinati allo scopo di valutare e migliorare l’impiego degli agenti antimicrobici, promuovendo la selezione del regime farmacologico ottimale in termini di dosaggio, durata della terapia e modalità di somministrazione. L’appropriatezza prescrittiva perseguita dall’antimicrobial stewardship rivendica dunque il conseguimento del miglior esito clinico associato agli antibiotici minimizzandone invece gli effetti indesiderati, compresa la comparsa di germi resistenti, e soddisfacendo, in definitiva, le esigenze della quality assurance. In ambito ospedaliero, l’attuazione di questa strategia si esemplifica con l’attivazione di programmi conformi alle caratteristiche individuate dalla giurisdizione, oltre che da autorevoli società scientifiche internazionali, le quali suggeriscono, sulla base delle evidenze a disposizione, quali politiche e interventi dovrebbero essere privilegiati per promuovere l’uso responsabile degli antibiotici. In questo contesto si inserisce l’esperienza del Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo, che, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena, nel 2017 ha avviato un progetto mirato ad ottimizzare la gestione degli antibiotici nella propria Struttura, in ottemperanza a quanto già previsto dalla Deliberazione della Regione Emilia Romagna 25 marzo 2013, n. 318. Il Servizio di Farmacia dell’Ospedale di Sassuolo è stato coinvolto nel programma fin dalla fase preliminare; nella fattispecie, i farmacisti hanno condotto un’indagine approfondita in merito al consumo di antibiotici e all’incidenza delle resistenze batteriche nel quinquennio antecedente all’attivazione del programma. La valutazione di questi dati, opportunamente normalizzati, e dei relativi trend, oltre che del contributo apportato dai singoli reparti, ha consentito di individuare eventuali criticità orientando di conseguenza gli interventi da effettuare. Il quadro emerso è sostanzialmente positivo, in particolare per quanto concerne l’incidenza delle resistenze batteriche, che risulta molto ridotta. In relazione al consumo di antibiotici, invece, valori superiori alla media regionale sono stati registrati nel reparto di chirurgia, presumibilmente a causa di terapie di profilassi eccessivamente prolungate. A fronte di tali evidenze, il Nucleo strategico, che comprende anche un dirigente farmacista, deciderà quali interventi predisporre. In uno stadio più avanzato del progetto, inoltre, i dati raccolti fungeranno da parametri di confronto per la valutazione dei provvedimenti intrapresi. In seconda istanza, il Servizio di Farmacia collabora con un'equipe di infettivologi del Policlinico di Modena impegnata nello svolgimento di consulenze bisettimanali nell’Ospedale di Sassuolo; in particolare, i farmacisti forniscono agli specialisti un prospetto dettagliato delle terapie antibiotiche in corso e ricevono successivamente un riscontro in merito ad eventuali modifiche apportate. Il Servizio di farmacia è reso dunque partecipe del grado di appropriatezza prescrittiva registrato nei reparti e potrà valutarne l’evoluzione nelle fasi più avanzate del progetto: le consulenze infettivologiche, infatti, esibiscono un risvolto formativo apprezzabile sul lungo periodo. In conclusione, il contributo offerto dal farmacista a un programma di antimicrobial stewardship ne suggella l’impegno a favore del controllo dell’uso degli antibiotici finalizzato alla lotta contro le resistenze batteriche.
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