Riassunto analitico
Nei contesti sanitari attuali, si è cercato di ridefinire il processo clinico – assistenziale e soprattutto in alcune Regioni italiane, quali la Toscana, la Lombardia e l’Emilia-Romagna, è stato introdotto il modello per intensità di cura e complessità assistenziale, cercando di incrementare logiche di integrazione e superare l’articolazione dei reparti differenziati secondo la disciplina specialistica.In tale logica si intende rispondere in modo differenziato ai diversi gradi di instabilità clinica e complessità assistenziale dei pazienti articolando le tecnologie, le competenze e le professionalità dedicate, in base anche alla durata della degenza e al regime di ricovero. Nell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, precedentemente organizzato secondo un modello tradizionale per Dipartimenti, è stato introdotto il modello per intensità di cura e complessità assistenziale, il quale si è gradualmente integrato prima nell’area chirurgica, nel dicembre 2012, e successivamente, nell’aprile 2013, nell’area medica e nel Dipartimento di Emergenza-Urgenza (DEU). L’organizzazione dell’ospedale per intensità di cura ha introdotto nuovi ruoli professionali, nuovi strumenti e un ripensamento della presa in carico del paziente, perché sia il più possibile personalizzata, univoca, condivisa a tutti i livelli di cura. Questa riorganizzazione ha determinato la necessità di introdurre modelli di lavoro multidisciplinari, lasciando presagire un incremento della pratica collaborativa fra le principali figure coinvolte. E' stata pertanto indagata come si è modificata la pratica collaborativa fra medici e infermieri prima e dopo l’introduzione del modello per intensità di cura e complessità assistenziale Per quanto riguarda il paziente, i risultati delle ricerche sembrano ancora incapaci di riflettere pienamente l’esperienza dei pazienti negli ospedali e poco della conoscenza prodotta è stata usata nella pratica per favorire e supportare un cambiamento della clinica verso un’assistenza personalizzata. In particolare, non sembra esistere alcuna relazione tra modello per intensità di cura e complessità assistenziale e soddisfazione del paziente, degli operatori, e riduzione degli eventi avversi. L’elemento chiave che può completare il quadro complessivo è rappresentato dal paziente e in particolare la sua percezione in merito al percorso in ospedale e all’assistenza ricevuta. La revisione della letteratura suggerisce che la qualità dell’assistenza ai pazienti si raggiunge in ambienti in cui c’è un elevato grado di soddisfazione di pazienti, medici e infermieri. Questo elaborato di tesi intende descrivere il protocollo di ricerca elaborato dalla Direzione Professioni Sanitarie, approvato dal Comitato Tecnico Scientifico e dal Comitato Etico, su “La percezione della soddisfazione e della personalizzazione dell’assistenza fornita dal personale infermieristico da parte dei pazienti ricoverati all’ASMN nei reparti riorganizzati per intensità di cura e complessità assistenziale”. Tale ricerca ha iniziato l’implementazione in giugno 2016 tramite una raccolta dei dati quali - quantitativa. Si è scelto di limitarsi alla raccolta ed elaborazione dei dati per quanto riguarda i reparti di Medicina II e III riorganizzati per intensità di cura e complessità assistenziale.
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