Riassunto analitico
Il modo in cui gli spazi scolastici sono progettati, organizzati e allestiti rappresenta un elemento cruciale da considerare nello sviluppo del processo di insegnamento-apprendimento; la configurazione spaziale, infatti, contribuisce a determinare la motivazione degli studenti e, dunque, la significatività dei loro apprendimenti, orientando la scelta delle strategie didattiche e, più in generale, influendo sul loro benessere globale. È necessario, dunque, progettare tale fattore organizzativo consapevolmente tenendo conto del legame di interdipendenza che sussiste tra esso, la didattica implementata, lo stato di benessere degli studenti e gli apprendimenti raggiunti. Oggi, nel contesto italiano ed europeo, la maggior parte degli edifici scolastici presenta ancora un’organizzazione spaziale tradizionale che si riduce al cosiddetto schema “aule e corridoi”: i corridoi, meri luoghi di passaggio, portano alle aule, ciascuna assegnata a un determinato gruppo di alunni, concepita come microcosmo isolato e allestita in modo funzionale ad una didattica finalizzata alla mera trasmissione di contenuti e fondata su una visione passiva di studente. Tale configurazione spaziale rappresenta un ostacolo alla realizzazione della scuola prospettata dall’attuale ricerca educativa: una scuola delle competenze che aiuti gli studenti a diventare cittadini attivi, motivati e capaci di imparare lungo tutto l’arco della loro vita, di adattarsi creativamente ai cambiamenti e di collaborare; una scuola che li accolga in tutti i loro bisogni fisici, cognitivi, emotivi, sociali, sostenendoli nella loro crescita e nello sviluppo di apprendimenti che gli consentano di inserirsi adeguatamente nella società odierna. Nel perseguire tali rinnovati obiettivi formativi si sottolinea l’importanza di una didattica attiva, collaborativa e differenziata, la cui attuazione necessita di un ripensamento dell’organizzazione spaziale. Nello specifico, le principali indicazioni che ci pervengono dall’odierna ricerca didattica riguardanti la progettazione degli spazi di apprendimento si possono riassumere con le seguenti parole chiave: varietà, flessibilità, polifunzionalità e connettività tra le diverse zone dell’edificio scolastico. Tali caratteristiche saranno approfondite nel corso della tesi esplicitandone gli scopi e cercando di delinearne le modalità di realizzazione attraverso la descrizione di alcune realtà scolastiche europee. Si è voluto, inoltre, esplorare il sistema scolastico italiano esaminando quattro esperienze didattiche, relative a differenti ordini scolastici, le quali si discostano dal modello didattico tradizionalmente adottato: il Metodo Montessori, il Reggio Emilia Approach, la Scuola Senza Zaino e il Modello DADA. I principali obiettivi di ricerca sono rappresentati dal verificare il livello di consapevolezza che informa le progettazioni spaziali di ciascuna sperimentazione e, dunque, il rapporto di coerenza che intercorre tra queste e la filosofia educativa perseguita, dal confrontare tali esperienze didattiche e comprendere quanto esse possano essere considerate in linea con la visione educativa e didattica propria della scuola del terzo millennio, indagando, nello specifico, l’organizzazione degli spazi. A tali scopi, per ciascuna sperimentazione, si è esaminata la letteratura di riferimento e si sono realizzate interviste ad esperti; in sintesi, dai dati raccolti è emerso che le organizzazioni spaziali scelte sono coerenti con i principi educativi e didattici che ciascun modello intende promuovere e, pur differendo in alcuni aspetti, risultano funzionali alla realizzazione di quel cambiamento necessario per reggere alla sfida dei nostri tempi.
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