Riassunto analitico
Questa ricerca ha lo scopo di implementare e migliorare l’interazione tra scuola e museo, favorendo un incontro con l’opera d’arte che possa investire di fascino, entusiasmo ed apprendimento il soggetto in formazione. L’indagine si è focalizzata sulla progettazione di proposte laboratoriali che sostenessero la partecipazione alla mostra “What a Wonderful World, la lunga storia dell’ornamento” degli studenti frequentanti la scuola secondaria di primo grado “Aosta” di Reggio Emilia. Due esperienze proposte: con la prima, l’attenzione è ricaduta sul diverso significato assunto da una proposta laboratoriale anteposta o posposta alla visita museale. Il focus di interesse è stato il conseguente impatto dell’esposizione alla mostra nei due percorsi differenti (anteposta o posposta ai laboratori) sia in termini di gradimento dell’esperienza che di apprendimenti costruiti, al fine di raccogliere dati e rilevazioni che ci fornissero maggiori informazioni per meglio comprendere quali siano le condizioni migliori per l’incontro con l’opera d’arte in soggetti in età evolutiva. Nella seconda esperienza proposta, l’aspetto di interesse è stato la definizione di percorsi laboratoriali intimamente intrecciati all’esperienza della visita museale. Laboratori progettati al fine di sostenere una partecipazione attiva e una co-costruzione delle proposte stesse con i ragazzi quali attori, promotori e co-progettatori di esperienze da proporre al gruppo classe. Nella parte teorica farò un affondo sull’importanza della collaborazione tra diversi stakeholders che operano in svariati settori educativi. Questa progettazione condivisa permette di abbracciare svariate figure professionali e differenti ambienti in cui i soggetti in età evolutiva possano migliorare le proprie competenze ed imparare ad apprendere anche al di fuori delle mura scolastiche. Dedicherò un approfondimento sul tema dell’incontro con l’opera d’arte. In particolare due posizioni a confronto: da una parte il pensiero di autori legati alla scuola pedagogica di Marco Dallari che vedono nella dimensione estetica quella componente sensibile della conoscenza e dell’identità che incontrandosi coi processi educativi, produce uno scarto emozionale, uno scarto di senso, uno stupore capace di trasmettere oltre alle conoscenze quello spessore emozionale che esse stesse contengono, che da esse è stato generato e a loro volta possono generare. Una proposta educativa, allora, non può essere ridotta alla mera trasmissione di saperi e nemmeno fondarsi su un approccio alla realtà che tenta di ridurla in regole, strutture ed essenze rischiando di perderne la sua poetica ed autentica dimensione concreta. Dall’altra parte, i contributi di Emma Nardi e del suo gruppo di lavoro, che sottolineano il ruolo educativo del museo e la necessaria di diffusione transnazionale delle esperienze e delle metodologie vissute e realizzate. L’emergere prorompente di una didattica museale che assuma come direzione di senso, una funzione valutativa in grado di far affiorare un ampio spettro di dati osservabili. Il gruppo di studi dell’Università Roma Tre si fa portavoce della diffusione di un approccio al museo sostenuto da rigore metodologico, da attività sistematiche che consentano di riflettere per ri-pensare i progetti e migliorarli alla luce dei dati raccolti. L’incontro con l’opera d’arte diviene strumento di rilevazione delle ricadute progettuali nate attorno ad essa in termini affettivi, emotivi e cognitivi. Infine presenterò il progetto Ornamento per fare luce sull’ordine della successione esperienza di visita alla mostra/partecipazione al laboratorio, con lo scopo di recuperare informazioni che consentano di sostenere la maggiore o minore significatività, ai fini dell’apprendimento, di proporre il laboratorio prima o dopo la visita alla mostra.
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