Riassunto analitico
L’enterostomia è il risultato di un intervento chirurgico mediante il quale si crea un’apertura sulla parete addominale per mettere in comunicazione l’intestino con l’esterno – un’operazione che rappresenta, in molti casi, l’unico modo per sopravvivere ad una grave patologia o ad un incidente. Allo stesso tempo, la presenza di una stomia comporta una significativa modificazione dello schema corporeo e delle abitudini, alterando considerevolmente la qualità di vita della persona. Gli stomizzati si trovano quindi ad affrontare una serie di problematiche che fanno sì che l’assistenza infermieristica specifica di cui hanno bisogno non sia soltanto di natura tecnica, ma anche di tipo relazionale, psicologica e sociale (IPASVI, 2016). Inoltre, è risaputo che l’adattamento alla “nuova” vita per la persona portatrice di stomia dipende in maniera significativa dal mantenimento dell’integrità della cute peristomale (Bosio et al, 2006), sebbene in letteratura gli studi finalizzati a determinare l’esatta dimensione di tali complicanze scarseggino (Piccinelli et al, 2009; Carlsson et al, 2016). La modalità di presa in cura di questi pazienti in Italia è difforme; il percorso del paziente è frammentato in diversi setting assistenziali (ospedaliero, ambulatoriale, e territoriale) con un organizzazione estremamente disomogenea tra setting a setting. Anche la modalità organizzativa per ciò che concerne la distribuzione dei presidi è diversificata, sia a livello nazionale che regionale: può essere di tipo diretto (con ambulatori dedicati) oppure attraverso l’assistenza domiciliare o ancora attraverso l’erogazione presso le farmacie: questo aspetto fa cambiare la tipologia di attribuzione dei costi e il costo derivato. Gli obiettivi di questo studio sono di valutare l’impatto del modello organizzativo adottato in relazione al miglioramento degli esiti assistenziali e alla riduzione delle complicanze nei pazienti portatori di enterostomia. Nello specifico, l’obiettivo primario è quello di: • Valutare la tipologia e la frequenza (aumento/diminuzione; re-ricoveri) delle complicanze chirurgiche nei diversi setting di cura • Valutare la tipologia e la frequenza delle complicanze assistenziali nei diversi contesti di cura (tempi per l’autocura). • Analizzare l’evoluzione dell’integrità cutanea peristomale É stato adottato un disegno di studio osservazionale, prospettico e multicentrico, sviluppato in un arco di tempo complessivo di 3 anni, per raccogliere i dati previsti dalla scheda di valutazione strutturata e osservare le variazioni che avvengono nei diversi setting assistenziali. Entro il 2019 si dovrebbe completare la raccolta dei dati e la loro elaborazione, consentendo di individuare quali caratteristiche, del modello organizzativo adottato, con particolare riferimento al fatto che l’assistenza sia fornita da un unico professionista stomaterapista verso più professionisti, impattano positivamente in termini di miglioramento degli esiti assistenziali nei pazienti portatori di enterotomia; di riduzione delle complicanze (nello specifico, alterazioni della cute peristomale); di contenimento dei costi relativi a dispositivi medici; di aumento del livello di soddisfazione dell’assistito. Questo protocollo di studio vuole dare evidenza della positività del caring (presa in cura) della persona portatrice di stomia, offrirle una continuità assistenziale e una qualificazione degli interventi con un approccio multiprofessionale dato dalla creazione di una rete di professionisti all’interno di ambulatori dedicati che seguono la persona stomizzata nel suo iter di cura, in quanto studi scientifici mostrano che gli impatti positivi, prodotti da un’assistenza infermieristica specializzata in stomaterapia, hanno un impatto importante sugli indicatori che misurano gli aspetti di qualità di vita (Coca et al, 2015).
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