Riassunto analitico
Le infezioni che colpiscono l'apparato urinario (UTIs) sono al giorno d'oggi tra le malattie più diffuse. Coinvolgono principalmente le donne a causa di fattori anatomici che le differenziano dagli uomini. Si stima che negli USA, anche se la situazione è del tutto analoga in Europa, circa una donna su tre abbia avuto almeno un episodio di UTI dall'età di 24 anni. Le infezioni urinarie vengono classificate secondo la metodologia proposta dai Centri Americani per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie che le dividono in: presenza asintomatica di batteri, UTI acuta non complicata sintomatica, UTI complicata sintomatica e UTI ricorrente. Il patogeno responsabile del 70-95% dei casi di UTI non complicata è l'E. coli seguito da Candida spp., E. faecalis, P. aeruginosa e K. pneumoniae. Esso grazie ai suoi fattori di virulenza, che gli consentono di instaurare un contatto con l'ospite, è in grado di attuare un percorso di ascesa verso la vescica per causare infezioni che nei casi più gravi si estendono nelle parti alte dell'apparato urinario. Così sono state messe in atto numerose strategie di trattamento mediante l'utilizzo accurato di farmaci, tenendo presente il loro spettro di attività, la suscettibilità del patogeno, l'efficacia, gli effetti collaterali, la resistenza batterica e i costi della terapia. Quindi è bene stare attenti all'insorgenza di resistenza batterica, scegliendo farmaci che abbiano una percentuale bassissima di resistenza. Oggigiorno tuttavia un numero sempre maggiore di persone, a causa degli effetti indesiderati dovuti all'uso dei farmaci, decide di affidarsi alla fitoterapia curandosi con rimedi naturali. Per risolvere le patologie precedentemente descritte, il rimedio fitoterapico d'elezione è sicuramente il Mirtillo americano (Vaccinium macrocarpon) conosciuto anche con il nome di Cranberry. Si tratta di un arbusto sempreverde spontaneo nel Nord-America conosciuto ormai da secoli per le sue proprietà medicamentose soprattutto nella prevenzione delle UTIs. Le sue bacche rosse, che costituiscono la droga, vengono utilizzate in molti prodotti: dal succo, alle bacche essiccate fino all'estratto secco. Nel corso degli anni sono state effettuate numerose ricerche per mettere in luce le sue azioni medicamentose. Gli studi infatti sono stati condotti non solo per definire la sua vasta gamma di principi attivi ma anche per chiarire le loro proprietà benefiche. È stato osservato da studi randomizzati in doppio cieco con placebo che la presenza al suo interno di un principio attivo chiamato proantocianidina A gli consente di esplicare l'azione antiadesiva nei confronti delle fimbrie di tipo P di E. coli in modo da prevenire l'adesione del batterio alle pareti della vescica. Questo è infatti il suo meccanismo d'azione predominante. Oltre a ciò può essere utilizzato in concomitanza con antibiotici nell'azione preventiva dei disturbi gastrici causati da H. pylori oppure può essere impiegato come preventivo delle carie e dei disturbi del cavo orale dovuti a S. mutans. Inoltre studi preliminari hanno messo in luce una sua possibile azione nel prevenire l'obesità e le complicanze ad essa connesse (diabete, aterosclerosi, colesterolo, dislipidemia) e una sua azione antiossidante poiché sarebbe in grado di aumentare i livelli dei più importanti sistemi antiossidanti endogeni. Il Mirtillo americano dunque rappresenta una sicura fonte di componenti salutari che saranno impiegati sempre più nei prodotti fitoterapici al fine di svolgere un'azione curativa.
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