Riassunto analitico
I fenomeni migratori degli ultimi 40 hanno trasformato l’Italia da paese di emigranti e terra di approdo per un numero crescente di persone, con una distribuzione che rispecchia differenze territoriali anche significative, segno della specificità tipica della nostra penisola. La presenza di alunni con background migratoria si è andata stabilizzando a livello percentuale ed è oggi significativa la percentuale di bambini nati in Italia e che frequentano le varie agenzie educative fin dalla tenera età. A che punto si spingono il nostro sguardo e le nostre conoscenze nei confronti di culture extra europee? La rassegna dei principali media (quotidiani nazionali, telegiornali e rubriche culturali televisive di prima serata) lascia pochi margini di ottimismo: degli altri si parla poco e male, in toni allarmistici e più facilmente quando si presentano situazioni estreme (guerre, carestie, malattie). Prendiamo l’Africa: troviamo premi Nobel, poeti, filosofi; uomini politici esemplari, giovani intraprendenti; società civili in fermento e modi originali di interpretare la realtà. Eppure quello che filtra attraverso uno sguardo eurocentrico è ben poco rispetto a questa sovrabbondanza. E la scuola? Per quanto negli anni abbia cercato di adeguare la propria normativa, fino ai recenti “Orientamenti interculturali” del Marzo 2022, il rischio maggiore è quella di riprodurre la narrazione unica che è già presente nella società, senza riuscire ad esercitare la funzione di contrappeso. La formazione degli insegnanti è ancora poco strutturale e sufficiente quando si entra nel campo aperto dell’intercultura, del dialogo, della gestione dei conflitti. In questa ricerca si intende andare oltre le statistiche e le categorie sociologiche, senza ignorarle o trascurarle, per dare la parola alle/ai dirette/i protagoniste/i di questi processi densi, attuali e complessi, favorendo l’emergere di vissuti, punti di vista e voci delle nuove generazioni “afrodiscendenti”. L’approccio teorico apparso più idoneo è quello della Ground Theory Costruttivista teorizzato dalla sociologa Kathy Charmaz, che predilige l’utilizzo dell’intervista intensiva; un approccio metodologico indicato come particolarmente adeguato all’esplorazione di ambienti in continua trasformazione, in particolare i contesti interculturali. Un approccio in cui il ricercatore è chiamato a prendere coscienza del proprio posizionamento, delle spinte valoriali che lo inducono alla ricerca, delle interazioni che intercorrono tra lui ed il campione di ricerca. Dare voce agli afrodiscendenti presenti nella nostra società è oggi un passo importante per decolonizzare il nostro sguardo e costruire una scuola aperta agli scenari futuri.
|