Tipo di tesi |
Tesi di laurea magistrale |
Autore |
GOVONI, FRANCESCA
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URN |
etd-10072016-194355 |
Titolo |
Nuovo metodo di conservazione di cellule staminali umane del fluido amniotico finalizzato alla creazione di una biobanca |
Titolo in inglese |
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Struttura |
Dipartimento di Scienze della Vita |
Corso di studi |
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE (D.M. 270/04) |
Commissione |
Nome Commissario |
Qualifica |
BERTONI LAURA |
Primo relatore |
MARALDI TULLIA |
Correlatore |
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Parole chiave |
- Amniotico
- Benefici
- Congelamento
- Diretto
- Fluido
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Data inizio appello |
2016-11-03 |
Disponibilità |
Accessibile via web (tutti i file della tesi sono accessibili) |
Riassunto analitico
Le cellule staminali adulte specializzate sono rare ma sono necessarie per la sostituzione dei tessuti per tutta la durata della vita di un organismo. Tra le cellule staminali, le cellule staminali del fluido amniotico umano (hAFSC) possiedono un enorme potenziale nell’impiego in medicina rigenerativa grazie alla loro elevata capacità proliferativa ed al loro potenziale differenziativo. Attualmente i campioni di cellule del fluido amniotico, ottenute durante l’amniocentesi, vengono destinati a scopi di ricerca scientifica dopo essere state coltivate nei laboratori di citogenetica per due settimane, se non utilizzati per la diagnosi. Le cellule del fluido amniotico, tuttavia, potrebbero essere recuperate direttamente da una piccola quota di fluido amniotico, ottenuto durante il prelievo per amniocentesi. e immagazzinato in modo tale che le cellule staminali, in qualsiasi momento del periodo sia pre-natale che post-natale, possano essere isolate ed espanse per un successivo impiego in medicina rigenerativa. Lo scopo di questo studio è verificare se campioni di fluido amniotico prelevati durante l’amniocentesi e direttamente congelati siano capaci di mantenere e/o migliorare le proprietà e le potenzialità della sotto-popolazione di cellule staminali. Tutti i parametri analizzati nella comparazione fra cellule congelate con i due metodi mostrano un profilo staminale simile: è interessante notare che i campioni direttamente congelati esprimono concentrazioni più alte di marker di pluripotenza, suggerendo un maggiore mantenimento della plasticità staminale. I risultati dimostrano che il metodo di congelamento diretto da noi proposto, che evita i passaggi di espansione in vitro prima dello stoccaggio in azoto liquido, potrebbe rappresentare un approccio ragionevole per la conservazione di hAFSCs in una banca di cellule staminali utili per scopi clinici. Questa tecnica risulta conveniente in termini di costi in quanto implica un minore utilizzo di materiali per la coltura in vitro, ma soprattutto ha il grande vantaggio di eludere il riconoscimento in GMP (good manufacture practices) di ulteriori passaggi di manipolazione cellulare, prima che sia necessario per il paziente.
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Abstract
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