Riassunto analitico
La presente tesi si occupa di didattica della lingua inglese rivolta ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. In particolare, analizza le caratteristiche e le potenzialità dello storytelling come metodologia glottodidattica per accostare i bambini alla lingua inglese sin dalla più tenera età e favorire un atteggiamento positivo nell’apprendimento della stessa. L’elaborato è strutturato in quattro capitoli. Il primo capitolo illustra un excursus storico-normativo circa l’evoluzione dell’insegnamento della lingua inglese alla scuola dell’infanzia e primaria in Italia dagli anni Settanta ad oggi, facendo riferimento anche alle normative ed esperienze provenienti dall’Unione Europea. Segue poi una breve descrizione della formazione e delle competenze richieste all’insegnante di lingua in Italia, in linea con le attuali indicazioni europee. Il capitolo si conclude con un approfondimento riguardo alla differenza tra l’inglese come lingua straniera (LS) e lingua seconda (LS). Il secondo capitolo espone a livello teorico il processo di apprendimento delle lingue straniere. Dopo aver offerto una panoramica sulle principali correnti (Comportamentismo, Cognitivismo e Sociocostruttivismo) che hanno tentato di descrivere tale processo e dei meccanismi ad esso sottesi, si analizzano in ordine cronologico gli orientamenti (linguistico, comunicativo e umanistico-psicologico) e le relative metodologie che nel tempo si sono occupate di glottodidattica delle lingue straniere. Il capitolo segue con una descrizione riguardo ai fattori che possono influenzare il processo di apprendimento. Successivamente vengono esaminate le caratteristiche dei Very Young Learners (VYLs) e dei Young Learners (YLs) in relazione all’età, alle competenze e alle modalità di apprendimento linguistico, fondamentali per la definizione di obiettivi, metodologie e attività didattiche adeguate al target di riferimento. Infine, dopo aver fornito una definizione di glottodidattica ludica per l’insegnamento della LS e delineato principi che la contraddistinguono, si forniscono alcuni esempi di attività in inglese da proporre ai bambini in sezione o in classe. Il terzo capitolo presenta lo storytelling come metodologia glottodidattica per l’insegnamento/apprendimento della lingua inglese alla scuola dell’infanzia e primaria. L’ascolto di storie consente, infatti, di creare un contesto motivante e piacevole, dove i bambini sono esposti ad un uso autentico della lingua; inoltre, attraverso lo storytelling è possibile potenziare abilità cognitive, pro-sociali, emotive e creative, oltre a quelle linguistiche. Il capitolo continua con una rassegna di diverse tipologie di libri per l’infanzia, per poi restringere il focus sul picturebook, sulle sue caratteristiche e sul suo valore educativo-formativo e glottodidattico. Vengono, infine, forniti esempi pratici su come progettare un percorso di storytelling in modo efficace, dalla definizione degli obiettivi alle modalità di valutazione. Il quarto capitolo conclude l’elaborato con la presentazione di due percorsi di storytelling in inglese da me svolti durante il tirocinio del quarto e del quinto anno, rispettivamente in una scuola dell’infanzia e primaria di Parma: dopo la descrizione di ciascun progetto e delle sue finalità, vengono illustrate nel dettaglio le attività proposte insieme alle tecniche, ai materiali e agli strumenti utilizzati. In conclusione, vengono discussi e confrontati i risultati di entrambe le esperienze.
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