Riassunto analitico
Circa il 17% delle persone sperimenta l'infertilità, secondo un rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha analizzato 133 studi. Le stime di prevalenza sono risultate coerenti tra i paesi, indipendentemente dal reddito Le cause più frequenti dell’infertilità femminile sono cause organiche, cause endocrine e recettoriali, cause immunologiche. Circa il 40% dell’infertilità femminile è dovuta ad alterazioni anatomiche e funzionali del tratto tubo-peritoneale. Mentre, la frequenza del fattore uterino e cervicale varia da 5 al 10 %. Anche il fattore endocrino ha un grande impatto nell’infertilità femminile del circa 30-40%. Le cause endocrine includono principalmente mancanza di ovulazione, l’insufficienza del corpo luteo che interferisce con l’annidamento e lo sviluppo dell’embrione, l’iperprolattinemia. Nei fattori endocrini possiamo includere indirettamente anche l’età dell’ovocita che comporta una riduzione del numero dei follicoli primordiali. Le possibili cause immunologiche sono: la presenza di anticorpi antisperma nel muco cervicale, malattie autoimmuni, presenza di anticorpi anti-embrione e l’aborto ricorrente. Il 30% dell’infertilità di coppia è dovuta all’infertilità maschile. Le cause dell’infertilità maschile possono essere genetiche, neuroendocrine, testicolare, vascolare e malformativa, anche se nel 30-40% dei casi si tratta di cause sconosciute. Sia nell’infertilità maschile che femminile deve essere considerato anche il fattore ambientale. Inoltre, diversi farmaci come i farmaci antineoplastici, α e β bloccanti, antidepressivi e droghe di abuso come eroina, cocaina, cannabis possono influenzare negativamente la fertilità maschile. Un altro fattore è rappresentato dall’età avanzata dell’uomo che comporta diminuzione della motilità degli spermatozoi e del volume del seme. La terapia medica per il trattamento dell’infertilità femminile comprende l’uso di farmaci che inducono l’ovulazione come il citrato di clomifene, ciclofenile; agenti insulino-sensibilizzanti rappresentati dalla tamoxifene e la terapia chirurgica. Le piante officinali hanno un ruolo importante come coadiuvanti nel trattamento dell’infertilità. Le varie piante come Rubus coreanus, Panax ginseng Meyer, Tribulus terrestris, Astragalus membranceus hanno degli effetti afrodisiaci e agiscono anche a livello del testicolo aumentando il numero, la vitalità e la motilità degli spermatozoi. Le piante officinali che possono trovare uso come coadiuvanti nel trattamento della infertilità femminile agiscono sull’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi e nell’interazione con i recettori degli estrogeni. I composti che hanno attività estrogenica vengono chiamati fitoestrogeni e hanno una maggiore affinità per il recettore β degli estrogeni. Essi comprendono la formononetina, la genisteina, la daidzeina e la biochanina A. Alcune delle piante che le contengono sono: Punica granatum, Matricaria chamomilla, Vitex agnus castus, Withania somnifera, Glycyrrhiza glabra, Trifolium pratense.metformina; le gonadotropine come la gonadotropina umana della menopausa follicolo stimolante e ormone luteneizzante presente nelle specialità medicinali Pergogreen o Metrodin; farmaci agonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine come il Relisorm. Nelle donne in cui l’infertilità sia dovuta all’iperprolattinemia si usano farmaci agonisti della dopamina cabergolina, bromocriptina. Con lo sviluppo della microchirurgia anche la terapia chirurgica ha avuto dei buoni riscontri. La terapia medica nel trattamento dell’infertilità maschile include: l’uso di gonadotropine umane come quelle contenute nel Metrodin per stimolare la spermatogenesi; agonisti della dopamina come la cabergolina, bromocriptina e lisuride; antiestrogeni come clomifene e
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