Riassunto analitico
Questa tesi si focalizza sull’analisi della scelta di introdurre principi di sostenibilità, prevalentemente ambientale e sociale, e di beneficio comune, all’interno del processo decisionale e delle attività delle imprese. L’elaborato inizia con un breve esame di quello che può essere considerato il primo passo dell’impresa verso l’introduzione di valori legati alla sostenibilità nella propria quotidianità. Si tratta della CSR (Corporate Social Responsability), definita dalla Commissione Europea come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”. Il secondo capitolo è invece focalizzato sull’innovativo mondo delle certificate B Corp, community nata nell’ultimi anni con lo scopo di diffondere a livello mondiale un nuovo modo di fare impresa, più evoluto e concreto. Esse si focalizzano su una nuova forma di competizione, competizione che le renda le migliori per il mondo e non soltanto le migliori al mondo. Alla base di tutto ciò c’è il B Lab, ente no profit indipendente che si occupa di innumerevoli funzioni legate alla community. L’elaborato prosegue poi con un’analisi della nuova forma societaria introdotto nel 2016 in Italia: la forma di Società Benefit. Le SB sono definibili come un’evoluzione dal tradizionale modo di fare impresa fino ad ora conosciuto, in quanto affiancano al comune scopo di lucro anche finalità di beneficio comune a favore del proprio gruppo di portatori di interesse, al fine di avere un impatto positivo su di essi. Il bilanciamento tra questi due obiettivi, apparentemente in contrasto tra loro, rappresenta la caratteristica distintiva delle Società Benefit, caratteristica che le porterà ad eccellere in un’ottica di lungo periodo. L’introduzione delle SB è avvenuta tramite la Legge n. 208 del 28 dicembre 2015, in cui il legislatore ha descritto le caratteristiche e gli obblighi legati a questa nuova forma. Nel fare ciò il legislatore ha però deciso di non emanare una disciplina altamente dettagliata, come classicamente avviene, ma di redigere un testo di legge sintetico. Il quarto e ultimo capitolo è costituito da un’analisi empirica sulle caratteristiche di un campione di Società Benefit italiane e da un esame delle relative relazioni di impatto. Infatti, tra gli obblighi definiti dalla Legge n. 208 del 28 dicembre 2015 è presente anche il dovere degli amministratori di redigere annualmente una relazione contenente la descrizione e la misurazione del beneficio comune creato dall’impresa nei confronti dei propri stakeholders. Il legislatore non definisce una strutturazione della relazione, ma anche in questo caso lascia piena discrezionalità alla singola SB. Esso si limita infatti a definire tre argomenti che devono analizzati obbligatoriamente, che sono: descrizione degli obiettivi specifici e delle attività poste in essere per raggiungerli, definizione degli obiettivi per l’esercizio successivo e misurazione dell’impatto creato. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, la normativa, ancora una volta, non individua uno strumento standard da utilizzare, ma definisce solamente l’insieme di caratteristiche che l’ipotetico strumento deve possedere per far sì che la valutazione sia trasparente e credibile.
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Abstract
Questa tesi si focalizza sull’analisi della scelta di introdurre principi di sostenibilità, prevalentemente ambientale e sociale, e di beneficio comune, all’interno del processo decisionale e delle attività delle imprese. L’elaborato inizia con un breve esame di quello che può essere considerato il primo passo dell’impresa verso l’introduzione di valori legati alla sostenibilità nella propria quotidianità. Si tratta della CSR (Corporate Social Responsability), definita dalla Commissione Europea come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”. Il secondo capitolo è invece focalizzato sull’innovativo mondo delle certificate B Corp, community nata nell’ultimi anni con lo scopo di diffondere a livello mondiale un nuovo modo di fare impresa, più evoluto e concreto. Esse si focalizzano su una nuova forma di competizione, competizione che le renda le migliori per il mondo e non soltanto le migliori al mondo. Alla base di tutto ciò c’è il B Lab, ente no profit indipendente che si occupa di innumerevoli funzioni legate alla community. L’elaborato prosegue poi con un’analisi della nuova forma societaria introdotto nel 2016 in Italia: la forma di Società Benefit. Le SB sono definibili come un’evoluzione dal tradizionale modo di fare impresa fino ad ora conosciuto, in quanto affiancano al comune scopo di lucro anche finalità di beneficio comune a favore del proprio gruppo di portatori di interesse, al fine di avere un impatto positivo su di essi. Il bilanciamento tra questi due obiettivi, apparentemente in contrasto tra loro, rappresenta la caratteristica distintiva delle Società Benefit, caratteristica che le porterà ad eccellere in un’ottica di lungo periodo. L’introduzione delle SB è avvenuta tramite la Legge n. 208 del 28 dicembre 2015, in cui il legislatore ha descritto le caratteristiche e gli obblighi legati a questa nuova forma. Nel fare ciò il legislatore ha però deciso di non emanare una disciplina altamente dettagliata, come classicamente avviene, ma di redigere un testo di legge sintetico. Il quarto e ultimo capitolo è costituito da un’analisi empirica sulle caratteristiche di un campione di Società Benefit italiane e da un esame delle relative relazioni di impatto. Infatti, tra gli obblighi definiti dalla Legge n. 208 del 28 dicembre 2015 è presente anche il dovere degli amministratori di redigere annualmente una relazione contenente la descrizione e la misurazione del beneficio comune creato dall’impresa nei confronti dei propri stakeholders. Il legislatore non definisce una strutturazione della relazione, ma anche in questo caso lascia piena discrezionalità alla singola SB. Esso si limita infatti a definire tre argomenti che devono analizzati obbligatoriamente, che sono: descrizione degli obiettivi specifici e delle attività poste in essere per raggiungerli, definizione degli obiettivi per l’esercizio successivo e misurazione dell’impatto creato. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, la normativa, ancora una volta, non individua uno strumento standard da utilizzare, ma definisce solamente l’insieme di caratteristiche che l’ipotetico strumento deve possedere per far sì che la valutazione sia trasparente e credibile.
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