Riassunto analitico
Il glioblastoma rappresenta la variante sia più comune che più maligna tra i diversi tumori primari del cervello, con un’aspettativa di vita che va dai 12 mesi ai 30 mesi. L’inefficacia delle terapie in uso è rappresentata da due fattori principali: il primo è la barriera ematoencefalica che limita fortemente il passaggio delle sostanze farmacologiche a livello centrale, mentre il secondo è dovuto alla elevata capacità del glioblastoma di andare in contro a resistenza farmacologica. Il composto 1-(4-amino-3,5-dimetilfenil)-3,5-diidro-7,8-etilenediossi-4H-2,3-benzodiazepin-4-one, da noi denominato composto G, è stato sintetizzato insieme ad un gruppo di sostanze partendo dal lead compound GIKI, composto con note proprietà AMPA antagoniste: è stato dimostrato che i recettori AMPA sono coinvolti nella crescita ed invasione delle cellule neoplastiche e le sostanze con proprietà AMPA antagoniste si sono mostrate delle valide candidate per la terapia farmacologica. Il composto G, testato sulla linea cellulare U87MG, ha mostrato una consistente attività antimitotica sia dose che tempo dipendente con valori di GI50 pari a 37,5 µM a 24 ore, 15 µM a 48 ore e 5 µM a 72 ore di trattamento. Parallelamente, il derivato, è stato testato sia su interneuroni granulari di cervelletto primari e su cellule gliali primarie DRG (entrambi di origine murina), mostrando una scarsa attività inibitoria della vitalità cellulare con IC50 superiore a 100 µM. L’utilizzo di un saggio specifico per la determinazione della attività proliferativa (incorporazione e misurazione della BrdU), ha confermato l’arresto dell’attività mitotica in modo dose/tempo dipendente nelle cellule di glioblastoma. Nelle U87MG si è poi analizzata, con tecniche immunologiche, l’espressione di proteine coinvolte nella regolazione del ciclo cellulare, in particolare, attraverso la ricerca di bersagli molecolari fondamentali per la transizione dalla fase G2/M alla profase, quali la ciclina B1, CdC2, Wee1, Myt1. I dati ottenuti hanno mostrato un chiaro arresto del ciclo cellulare nella fase G2/M. In parallelo, sono stati eseguiti studi morfologici di cellule trattate col composto G e con Nocodazolo attraverso la colorazione con Gimsa che hanno mostrato considerevoli alterazioni strutturali rispetto al controllo non trattato. Tali alterazioni sembrano essere sovrapponibili a quelle del Nocodazolo, utilizzato come composto di riferimento e sembrano confermare l’arresto del ciclo cellulare in prometafase. Nonostante altri studi siano fondamentali per la completa comprensione dei meccanismi molecolari alla base dell’attività antitumorale del composto G, i nostri dati suggeriscono un’interazione selettiva della molecola con le cellule ad elevata attività proliferante al check-point interfasico tra le fase G2 e la prometafase. Concludendo, dal momento che il derivato G ha mostrato una selettività d’azione sulle cellule tumorali altamente proliferanti, rispetto a cellule normali wild type, e che possiede una struttura benzodiazepinica in grado di passare la barriera ematoencefalica, grande limite delle convenzionali terapie antitumorali, potrebbe, in futuro, essere un possibile candidato per il trattamento del glioblastoma da affiancarsi all’uso di Temozolomide, ad oggi unica terapia in commercio.
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