Riassunto analitico
Nell’attuale contesto globalizzato, l’internazionalizzazione non è un’opzione possibile ma sempre più spesso una condizione necessaria per sopravvivere e avere successo. E’ molta la letteratura a supporto di quest’affermazione: da un lato, il presupposto che i mercati siano imperfetti e che, conseguentemente si generano costi associati alle transazioni tra unità economicamente indipendenti (teoria dei costi di transazione), dall’altro l’assunto di base che le imprese non siano autosufficienti sul mercato e che dipendano dalle risorse controllate da altre organizzazioni (teoria della dipendenza dalle risorse). Infine la logica del learning by doing, che presuppone una visione dell’internazionalizzazione come processo di crescita, che tiene conto dell’importanza dello sviluppo di conoscenza, del grado di coinvolgimento e delle relazioni di mercato, di cui hanno bisogno le piccole medie imprese per ottenere vantaggio dall’internazionalizzazione (Vignola: 2012). A fronte di queste teorie, non solo l’internazionalizzazione si rivela essere un processo necessario alle imprese per ottenere vantaggio competitivo, ma risulta anche una reazione abbastanza problematica per le PMI, che non possiedono risorse e know-how necessari ad un cambiamento così importante. I servizi reali all’internazionalizzazione (SRI) rispondono alle difficoltà delle imprese, riducendo la percezione di rischio, sopperendo alla mancanza informativa, relazionale e alla carenza di esperienza e risorse, incentivandole e affiancandole all’interno di un lungo processo, per fare scalare loro le fasi dell’internazionalizzazione. Si tratta, quindi, di offrire strumenti per superare le barriere informative, operative e motivazionali che esistono non solo per imprese non ancora esportatrici o con un’esportazione sporadica ma anche a livello di imprese internazionalizzate e con produzione delocalizzata (Alessandrini: 1997). I SRI vengono erogati da enti privati, ma soprattutto da enti pubblici. In Italia, si occupano di SRI: Simest, Società Italiana per le Imprese all’Estero; ICE, Istituto Commercio Estero e le Camere di commercio. Nell’obiettivo di promuovere lo sviluppo del territorio, le Camere di commercio svolgono azioni, oltre che legate allo svolgimento delle sue funzioni (registrazione del mercato, informazione economica, infrastrutturazione a supporto del mercato, regolazione e controllo del mercato), anche di supporto all’internazionalizzazione, cercando di promuovere il sistema imprenditoriale italiano e le sue eccellenze all’estero (Unioncamere: 1997). Attraverso l’analisi dei servizi reali all’internazionalizzazione offerti da quattro camere di commercio, situate due in Italia (Ravenna e Modena) e due in Spagna (Álava e Gijón), l’elaborato analizza l’offerta di servizi, mettendone in luce l’importanza e i punti di forza attraverso il modello proposto da Normann, quindi analizzando integrazione e interazione di cinque aree: il concetto di servizio, il segmento di mercato, l’immagine, il sistema di erogazione e la cultura e filosofia (Normann: 2001). Trattandosi della presentazione di due contesti, si è analizzata anche la realtà spagnola, alla quale appartengono le stesse problematiche di internazionalizzazione delle PMI, data l’appartenenza allo stesso tessuto economico globalizzato e di cui si sono portati alla luce gli organismi che si occupano di erogare servizi all’internazionalizzazione (ICEX, la Sociedad Estatal España Expansión Exterior, COFIDES e le Cámaras de comercio). Riassumendo, data la rilevanza dei SRI per l’entrata delle PMI nei mercati esteri, tramite la somministrazione di un questionario, si è analizzata la realtà dell’offerta di questi servizi di quattro Camere di commercio, allo scopo di metterne in risalto successo e punti di forza.
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