Riassunto analitico
In questo lavoro esporrò le determinanti dei flussi migratori verso Italia per l’arco temporale 2009-2017. Per comprenderne appieno il ruolo ho presentato in un primo momento il modello Push/Pull factors, spiegando brevemente quali fattori vengano universalmente riconosciuti come decisivi per il migrante potenziale. Successivamente ho ripreso tutte le principali teorie riguardanti le migrazioni, focalizzandomi sulle determinanti prese in considerazione da ciascuna di esse. Ho riportato inoltre le teorie basate sull’autoselezione dei migranti, come anche per la continuazione dei flussi migratori nel tempo. Il secondo capitolo è caratterizzato dalla presentazione di alcuni studi empirici da me analizzati. Per ciascuno di essi ho presentato il modello econometrico di partenza e un breve commento dei coefficienti stimati delle variabili indipendenti. Per avere un quadro più completo ho creato una tabella riassuntiva coi risultati ottenuti per le determinanti principali da ulteriori papers. Essendo questo studio focalizzato sull’Italia, ho inoltre ripreso brevemente la storia di quest’ultima come Paese di immigrazione. Lo studio econometrico principale da cui ho preso spunto è “Determinanti delle migrazioni: evidenza empirica sui flussi Peco-Italia” (2006), di Bertolini, Pistoresi e Zaghi, unico paper da me trovato sulle determinanti dell’immigrazione in Italia. Ho creato quindi un database con alcune delle principali variabili esposte nei vari studi, comprendente i 55 Paesi con un maggiore stock di immigrati in Italia nel 2017. Ho cercato quindi di verificare il ruolo e l’importanza delle diverse variabili per l’immigrazione in Italia per il periodo preso in esame. I dati utilizzati sono provenienti dai World Development indicators della World Bank (2019), dai World Population Prospects (2019), dall’ Unemplyment rate: ILO modelled estimates (2018), dal Freedom House Index (2018), dal Distance calculator della Commissione Europea e dall’International migration database (2019) dell’OECD.Stats. Ho eseguito inoltre un’analisi di eterogeneità dividendo i Paesi in diverse categorie a seconda della loro appartenenza o esclusione dall’OCSE e dall’Unione Europea, con l’obiettivo di verificare, come alla fine è stato constatato, se le determinanti assumano un ruolo differente per i diversi gruppi. Sono state eseguite inoltre due analisi di robustezza: modificando la variabile dipendente e inserendo il tasso di disoccupazione e il PIL pro capite al tempo t-1.
|