Riassunto analitico
Le politiche a sostegno dei servizi per la prima infanzia hanno da sempre contraddistinto il welfare emiliano-romagnolo. Nell’ultimo quinquennio tali politiche sono state oggetto di ulteriore interesse da parte della Regione. In particolare, l’attenzione degli amministratori si è concentrata sul principale servizio per la prima infanzia: i nidi d’infanzia. Tale interesse sembra essersi diffuso anche a livello nazionale con la formazione del nuovo governo a guida Movimento 5 Stelle – Partito Democratico. Questa tesi nasce sotto l’impulso proprio della Regione Emilia-Romagna, la quale ha commissionato all’Università di Economia di Modena “Marco Biagi” una serie di analisi sui costi dei servizi per la prima infanzia e sulle differenze di offerta tra i Comuni. Lo studio dell’argomento si è successivamente allargato ad aggiuntive indagini, le quali sono brevemente elencate di seguito. In primo luogo, sono stati approfonditi gli obiettivi alla base dell’offerta di servizi per la prima infanzia. Nel dettaglio, ci si è focalizzati su tre temi principali: (i) il costo dei figli, (ii) l’educazione precoce nella prima infanzia, (iii) l’occupazione femminile e i servizi per l’infanzia. Secondariamente, è presentata l’analisi svolta per la Regione sui costi dei servizi per la prima infanzia e sulle differenze di offerta tra i Comuni. In questa fase, il lavoro svolto ricerca due finalità prevalenti: (i) stimare l’ammontare e l’incidenza delle tariffe di alcuni servizi comunali sui bilanci delle famiglie residenti in Emilia-Romagna; (ii) valutare gli effetti della applicazione di diverse scale di equivalenza nella definizione del costo di tali servizi. Infine, si sono voluti confrontare i diversi sistemi tariffari emiliano-romagnoli con le condizioni economiche reali delle famiglie a livello nazionale. A tale scopo, sono stati utilizzati i dati IT-SILC 2016, i quali forniscono osservazioni statistiche sul reddito e le condizioni di vita delle famiglie italiane. Dopo aver selezionato le famiglie con figli minori che frequentano i nidi d’infanzia e aver individuato la loro condizione economica, sono stati abbinati i rispettivi redditi ISEE con le tariffe applicate dai Comuni, così da ottenere un indicatore dell’incidenza e della progressività di tali servizi sui bilanci delle famiglie italiane.
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