Riassunto analitico
Questa tesi si occupa di analizzare il ruolo dell’interprete-mediatore in interazioni faccia a faccia nel contesto del servizio sanitario italiano. Lo scopo di questo lavoro non è di tipo normativo, ma piuttosto di tipo descrittivo: attraverso l’analisi di trascrizioni di colloqui medici realmente avvenuti si intende mostrare gli effetti di alcune azioni comunicative da parte dell’interprete-mediatore e del personale medico sull’andamento dell’interazione, sulla cooperazione tra medico e interprete-mediatore e sulla partecipazione e la comprensione del paziente straniero. Nel primo capitolo, partendo dalla distinzione tra la prospettiva monologica e la prospettiva dialogica sulla comunicazione umana e dalla descrizione del concetto di common ground elaborato da Clark (1996), viene approfondita l’applicazione di queste teorie all’attività di interpretariato e viene adottato un approccio di tipo interazionista. Viene quindi introdotto il concetto di interpretazione dialogica e vengono descritti i campi di applicazione che questa attività trova in Italia. Nel secondo capitolo viene approfondita la questione del ruolo dell’interprete-mediatore: a partire dall’analisi del ruolo sociale elaborata da Goffman (1961), dal participation framework nelle interazioni faccia a faccia di Goffman (1981) e dal reception format di Wadensjö (1998), vengono individuati i partecipanti all’interazione medica faccia a faccia mediata da interprete e viene confutata l’idea che l’interprete-mediatore svolga un ruolo di invisibilità. Al contrario, si ritiene che l’interprete-mediatore possa scegliere in che modo collocarsi e intervenire all’interno del colloquio a seconda degli obiettivi comunicativi richiesti dalla situazione istituzionale e dal micro-contesto, ciò che permette di riconoscere all’interprete anche una funzione coordinativa. Nel terzo capitolo viene descritto il metodo utilizzato per analizzare le cinque trascrizioni: a partire da cinque registrazioni di colloqui tra un rappresentante del personale sanitario, la mediatrice interculturale e il paziente straniero sono stati utilizzati gli strumenti propri dell’Analisi della Conversazione per trascrivere e prendere in esame le interazioni. Per dividere i colloqui in sequenze corrispondenti alle diverse fasi mediche è stato utilizzato lo schema di riferimento illustrato da Bolden (2000) e per distinguere i diversi tipi di contributi messi in atto dalla mediatrice è stata usata la tassonomia elaborata da Wadensjö (1998). Nel quarto capitolo sono riportate e prese in esame le sequenze delle interazioni in cui si riscontrano azioni comunicative da parte del personale medico e dell’interprete-mediatore volte a coordinare la cooperazione tra i due ruoli e i contributi traduttivi dell’interprete-mediatore cosiddetti di “adattamento”, ovvero designati per accorciare il divario sociale e/o linguistico-culturale tra il personale medico e il paziente straniero. Queste azioni comunicative sono valutate in base alla loro capacità di promuovere la comprensione e la partecipazione attiva del paziente straniero, nonché in base alla loro capacità di favorire l’instaurarsi di un rapporto trasparente e alla pari tra personale medico e paziente. In conclusione, a causa delle barriere linguistiche e culturali con cui si confronta un paziente straniero nel momento in cui si rivolge al servizio ospedaliero italiano, la figura dell’interprete-mediatore assume oggi più che mai un ruolo chiave nel garantire, da un lato, parità di accesso alle cure per tutti i cittadini, dall’altro, un’alta qualità del servizio medico.
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Abstract
This thesis analyses the community interpreter’s role in the Italian healthcare service. The main purpose of this work is descriptive. On the basis of an analysis of five transcriptions of authentic medical encounters, the work shows the dynamics of interaction involving doctors, patients and interpreter-mediators and look at their effects as to cooperative communication between doctors and interpreters and patients’ participation and understanding.
In the first chapter, starting from the distinction between a monological and a dialogical view of human communication and from the notion of common ground developed by Clark (1996), I discuss the extent to which these notions affect understanding of interpreter-mediated interaction and I suggest that an interactionist approach can explain some of the dynamics characterizing this type of talk. I also illustrate the areas of application of dialogue interpreting in Italy.
In the second chapter the issue of the community interpreter’s role is examined: starting from the social role theory developed by Goffman (1961), from Goffman’s participation framework in face-to-face interaction (1981) and from Wadensjö’s reception format, the role of the participants in the mediated medical interaction are identified and discussed. It is shown the that the community interpreter’s is a participant in the interaction and that approaches that describe their role as that of a talking head do not probably consider some of the constraints put on these interpreters by the interactional context. Community interpreters participate at the interaction with different footings
and orient to the communication objectives of the institutional situation, both micro-contextual and macro-contextual. The interpreter is thus acknowledged to have an important coordinative function in the interaction.
In the third chapter the method adopted to analyze the five transcriptions is described: starting from five audio-recordings of encounters between a medical staff representative, the community interpreter and the foreign patient, both my approach and the actual method (e.g. transcription tools) are introduced. My classification of sequences is based on two criteria. As for the first, I have divided the interactions into sequences corresponding to the different medical phases as suggested by Bolden (2000); the second is instead based on a distinction between the interpreter’s different types of renditions, as suggested by Wadensjö (1998).
The fourth chapter deals with the actual analysis of the sequences. Here I focus on those sequences where the medical staff and the community interpreter cooperate to favour the patients’ participation. One of the main dynamics emerging from the analysis is that interpreters “adapt” their renditions in order to bridge social and/or linguistic-cultural gaps. These utterances are evaluated according to their ability to promote the foreign patient’s understanding and participation, as well as according to their ability to foster a transparent and equal relation between medical staff and patient.
To conclude, because of the linguistic and cultural barriers which foreign patients deals with when they turn to the Italian hospital service, interpreter-mediators can be considered to act as key roles in ensuring, on the one hand, medical treatment for all citizens and, on the other, the quality of medical services.
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