Riassunto analitico
Negli ultimi anni, in diversi settori si è assistito ad una importante espansione del mercato degli intangibili. Significative sono state, in particolare, le operazioni (soprattutto riguardanti i brevetti) che hanno coinvolto società operanti nell’ elettronica, nella telefonia e nell’ informatica. Come è noto, risulta particolarmente complesso mettere a punto metodologie utilizzate universalmente, che siano in grado di fornire una efficace valutazione degli intangibili oggetto di transazioni. Questo a causa di diversi fattori, quali la presenza di asimmetrie informative tra le controparti coinvolte, la riservatezza con cui vengono custodite le informazioni sui nuovi progetti di R&S, gli elevati costi di transazione, nonché la difficoltà nel definire in maniera attendibile gli effettivi benefici economici che un’azienda può trarre dal loro sviluppo ed impiego. La crescente importanza assunta dagli intangibili, ed in particolare dai brevetti, quali core asset in numerosi settori, connessa alle suddette problematiche della loro valutazione, ha portato alla recente nascita di una nuova figura, quella dei IP Intermediaries. Questi hanno la specifica funzione di favorire l’incontro tra domanda e offerta di proprietà intellettuali (IP), individuando asset potenzialmente appetibili dal mercato, implementando metodologie di valutazione universalmente accettate e riducendo i costi di transazione. Stanno prendendo forma, di conseguenza, dei veri e propri mercati delle Poprietà Intellettuali, soprattutto negli Stati Uniti, in cui questi intangibili vengono commercializzati mediante transazioni dirette o aste. Il lavoro analizza, in un primo momento, le nuove figure del mercato degli intangibles che non svolgono direttamente attività di intermediazione, ma sono nate con l’obbiettivo di rendere maggiormente efficiente la valutazione di tali asset, nonché di ottimizzarne la gestione all’interno del contesto aziendale e di semplificare il finanziamento dei progetti di ricerca e sviluppo fondamentali per la loro creazione. In seguito, si passa ad esaminare nel dettaglio le varie categorie di entities che possono identificarsi come IP Intermediaries. Tra queste, una fondamentale distinzione viene fatta tra intermediari c.d. broker-like (IP broker, IP exchange platforms, IP auction firms) ed intermediari c.d. merchant-like (Patent Trolls, Defensive Patent Aggregators, Super Aggregators). Oltre ad analizzare la natura e le funzionalità di tali tipologie di IP intermediaries, il lavoro mette in luce quelli che sono state le principali cause che hanno portato i broker-like intermediaries a fallire nel loro intento di diffondersi nel mercato degli intangibles come una valida soluzione per facilitare lo scambio degli stessi, evidenziando quali sono state invece i punti di forza a vantaggio degli intermediari merchant-like. Nella seconda parte della tesi, invece, il tema degli intangibles viene approfondito con riferimento ad uno specifico contesto aziendale in cui questi asset possono essere impiegati: quello dell’insolvenza. Nel terzo capitolo, infatti, viene messa in luce la stretta correlazione esistente tra il valore degli asset intangibili ed il contesto che caratterizza l'impresa che li detiene, focalizzandosi in particolar modo sulle tematiche che vanno tenute in considerazione per poter formulare una valutazione corretta degli intangibles nei casi di insolvenza aziendale.
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