Riassunto analitico
Le biomasse lignocellulosiche sono studiate da anni come possibile feedstock nella produzione di biofuel e composti chimici ad elevato valore aggiunto. L’idrolisi della cellulosa, il principale polisaccaride di origine vegetale, è un processo ormai consolidato. Al contrario, la trasformazione dell'emicellulosa, che rappresenta circa il 20-35% in peso delle biomasse lignocellulosiche, è ancora oggetto di studio. L’idrolisi degli xilani dell’emicellulosa, polimeri complessi formati da una catena principale di xilosio, risulta difficoltosa per la varietà di attività enzimatiche coinvolte. In questo studio sono stati isolati e caratterizzati microrganismi in grado di degradare xilano e utilizzare xilosio come fonte di carbonio. L’isolamento è stato condotto su tre diverse nicchie ecologiche quali un campione di suolo, materiale vegetale di Canabbais sativa e l'intestino di larve di Cerambycidae.
Gli xilani sono inoltre una parte importante delle fibre vegetali assunte dall’uomo con la dieta, polisaccaridi che non vengono degradati dall'azione degli enzimi gastrici ed intestinali, e che raggiungono inalterati il colon diventando substrato per la numerosa e diversificata popolazione microbica residente, il microbiota intestinale.
In questo studio, attraverso l’arricchimento in colture fecali contenenti xilano, xilooligosaccaridi e xilosio come unica fonte di carbonio, sono stati individuati i microrganismi che maggiormente traggono vantaggio dalla disponibilità di questi substrati contribuendo alla comprensione di come una dieta ricca in fibre vegetali può contribuire alla modulazione della composizione del microbiota.
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