Riassunto analitico
La finalità di questo scritto è quella di analizzare le caratteristiche dell’apprendistato professionalizzante, valutare l’effettiva capacità di questo strumento di favorire l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e, infine, delineare quali possono essere gli sviluppi futuri dell’apprendistato anche in relazione alle nuove modalità, attuate e da attuare, rivolte a contrastare il fenomeno della disoccupazione giovanile. L’apprendistato professionalizzante è applicabile in tutti i settori di attività, pubblici o privati e si rivolge soprattutto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Esso si rivolge anche ai fini della qualificazione professionale nei confronti di soggetti destinatari di indennità di mobilità o di un trattamento di disoccupazione. Infine vi è una deroga per i giovani diciassettenne in possesso di una qualifica professionale. Da sempre, l’apprendistato costituisce la principale tipologia contrattuale per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Ciò grazie alla caratteristica di coniugare l’apprendimento in affiancamento e la formazione indispensabile per essere in grado di affrontare il lavoro cui si è chiamati a svolgere. Il tema della occupazione giovanile occupa gran parte dei dibattiti politici ciò anche dovuto alla circostanza per la quale la popolazione giovanile, che subisce un trend discendente a causa della sempre maggiore ridotta natalità, ambirebbe ad essere valorizzata per quello che è ed in maniera anche abbastanza rapida. Invece accade il contrario per cui si accede all’età adulta sempre più tardi, gli studi durano più a lungo e il tasso di scolarizzazione è in vertiginoso aumento. Ciò provoca un notevole ritardo nell’ingresso nel mondo del lavoro con il conseguente raggiungimento dell’indipendenza economica avanti nel tempo. Inoltre spesso i lavori cui essi sono chiamati hanno scarsa attinenza con gli studi fatti. Siamo perciò in presenza di un grave problema di accesso al mondo del lavoro da parte delle nuove generazioni, acuito dall’attuale crisi economica e pandemica. Ciò è senz’altro in parte dovuto al difetto di servizi di orientamento scolastico e professionale in Italia che alla fine, genera un clamoroso disallineamento tra domanda di lavoro e offerta del lavoro. Sicuramente una delle maggiori criticità del mercato del lavoro italiano è costituito dal tardivo ingresso dei lavoratori nelle attività produttive. Non può meravigliare, quindi, che manchino ancora percorsi di ricerca utili a stabilire connessioni tra sistemi di educazione e formazione professionale. Esperienze di tirocinio e contratti di lavoro temporaneo o formativi generano precariato, in un mondo in cui rappresentano l’unica offerta lavorativa diretta verso persone che iniziano il loro percorso lavorativo. Un impegno istituzionale risulta necessario al fine di implementare ed aggiornare il contratto di apprendistato sia dal lato delle reali possibilità che la conclusione del ciclo formativo può offrire e sia per scongiurare la prassi tesa ad utilizzare il contratto di apprendistato in modo a dir poco improprio. Questo lavoro si occuperà di una particolare forma di apprendistato, l’Apprendistato Professionalizzante, previsto dal Testo Unico dell’Apprendistato e modificato dal Jobs Act. Scopo principale è quello di descrivere le modalità con le quali si attua, le criticità, nonché la sua attualità e adattabilità alle condizioni attuali, con un occhio di riguardo alla sua interazione con il reddito di cittadinanza e, più in generale, con le politiche di avviamento al lavoro. L'elaborato si conclude con la descrizione dei miglioramenti da attuare affinchè l'Apprendistato sia un efficace strumento per l'integrazione dei giovani nel mondo del lavoro.
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