Riassunto analitico
La contrattazione collettiva è il processo attraverso il quale le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro (o i singoli datori) definiscono i parametri e le regole a cui dovranno fare riferimento i singoli rapporti di lavoro. Può svolgersi a diversi livelli organizzativi che conducono a diversi tipi di accordi: interconfederale, con l’obiettivo di stabilire regole generali valide per tutti i lavoratori a qualsiasi settore essi appartengano; contratto collettivo nazionale di categoria, il quale determina i trattamenti, sia economici che normativi, comuni a tutti i lavoratori di un determinato settore produttivo: contratto decentrato, ovvero stipulato a livello territoriale o aziendale, che integra, anche attraverso modifiche, la disciplina dettata nel contratto collettivo di categoria, con l’obiettivo di “avvicinare” le regole dettate per la generalità dei lavoratori alla realtà locale. La predominante centralità, presente fin dal dopoguerra, degli accordi interconfederali e quindi dei relativi CCNL, stipulati dalla tre grandi confederazioni sindacali dei lavoratori (CGIL, CISL, UIL) e quelle dei datori di lavoro, ha subito un progressivo ridimensionamento, il cui apice è stato l’Accordo interconfederale del giugno 2011, recepito dal Testo unico sulla rappresentanza del gennaio 2014. Provvedimenti che hanno consentito di definire le modalità e gli ambiti della contrattazione decentrata. L’ultimo provvedimento in materia, l’Accordo Interconfederale del 28 febbraio 2018, per quanto riguarda gli assetti contrattuali, si pone in sostanziale continuità con gli accordi degli anni dal 2011 al 2014. Sul versante legislativo, è intervenuto l’art. 8 del d. l. 13 agosto 2011, n. 138, convertito nella legge 14 settembre 2011, n. 148, che ha introdotto la possibilità di siglare accordi aziendali e territoriali in deroga alla legge oltre che al CCNL. Tale provvedimento rappresentava una presa d’atto del ruolo determinante che la contrattazione aziendale avrebbe potuto avere rispetto a quella nazionale. Attraverso il concreto riferimento al settore dell’elisoccorso, il presente lavoro affronta quindi il tema della contrattazione decentrata in un particolare ambito. Tratta delle problematiche riguardanti le mansioni, i tempi di lavoro e le modalità di impiego di quei lavoratori che, già inquadrati in una specifica disciplina legale-contrattuale di categoria, sono chiamati a prestare la propria opera, in via complementare, in settori la cui organizzazione del lavoro è oggetto di diversa e talvolta specifica regolamentazione legale. In particolare, si farà riferimento ai tecnici della manutenzione degli elicotteri impiegati nell’ambito del servizio di elisoccorso. Tale servizio infatti vede impegnati da una parte una categoria di lavoratori, i piloti, a cui è applicata una specifica disciplina, derivante dalla normativa aeronautica europea ed italiana, circa i tempi di volo/servizio e uno specifico contratto nazionale (anche se scaduto da anni), e, dall’altra, una categoria, i tecnici della manutenzione degli elicotteri, i cui tempi di servizio e molto spesso di volo, sono sovrapponibili a quelli dei piloti, ma per i quali non esiste una specifica disciplina o uno specifico contratto. Per questa categoria di lavoratori è solitamente applicato il CCNL Metalmeccanici Industria, il quale, non disciplina adeguatamente tale professionalità, in particolar modo per quanto attiene i tempi di lavoro, di riposo e l’attività di volo, oltre che per alcuni aspetti retributivi e contributivi
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