Riassunto analitico
L’emicrania è un disturbo neurologico complesso con effetto debilitante accompagnato da alterazioni sensoriali, dovuti a cambiamenti sottostanti nelle reti neurali estese all’interno del sistema nervoso centrale, tra cui la corteccia cerebrale, il tronco cerebrale, l’ipotalamo e il talamo. Alla base di tale disturbo vi è anche un coinvolgimento del sistema trigeminovascolare, con particolare attenzione ai contributi del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), neuropeptide distribuito in molte di queste regioni. L’emicrania rientra tra le forme di cefalee primaria, caratterizzata da mal di testa periodici, generalmente unilaterali e pulsatili. Ad oggi in Italia, nonostante l’effetto debilitante e i dati epidemiologici preoccupanti, l’emicrania è ancora una patologia sottostimata e stigmatizzata, con conseguenti ritardi nel suo riconoscimento come malattia sociale. Il dolore emicranico può essere associato anche a sintomi come nausea, vomito, fotofobia, fonofobia. Spesso gli emicranici sperimentano anche un’aura, costituita da disturbi visivi, sensoriali o motori, che possono precedere l’attacco emicranico. Si tratta di un disturbo comune che colpisce circa il 15% dei soggetti adulti, in particolare le donne. L’obiettivo della tesi è quello di fare il punto della situazione sui trattamenti disponibili per l’emicrania. Attualmente i pazienti possono trattare i loro attacchi di emicrania con farmaci, come triptani, alcaloidi e analgesici, ma alcuni soggetti, a causa dell’intensità, della frequenza e dell’impatto sulla qualità della vita, necessitano di un trattamento preventivo per ridurre gli episodi di attacchi acuti. I medicinali, come antipertensivi, antidepressivi, antiepilettici, sviluppati per indicazioni diverse dall’emicrania, rientrano in quella categoria di farmaci utili per il trattamento preventivo di tale disturbo, ma la loro scarsa tollerabilità e gli effetti collaterali ne limitano l’uso. Oggi esistono farmaci nuovi, come gli anticorpi monoclonali, studiati appositamente per la prevenzione nei soggetti emicranici e che, per ora, sembrano non causare effetti collaterali gravi rispetto ai trattamenti “presi in prestito” da altre malattie. In particolare, esistono quattro anticorpi monoclonali (erenumab, galcanezumab, fremanezumab, eptinezumab) che, agendo sulla via del CGRP possono essere utilizzati per la prevenzione del disturbo. L’emicrania ha un forte impatto sulla qualità della vita dei pazienti, intesa come l’insieme delle attività familiari, sociali e lavorative. Può capitare che col tempo i rapporti familiari vengano compromessi, così come la performance scolastica e lavorativa. Quindi, l’emicrania presenta un forte impatto socioeconomico con costi diretti e indiretti elevati, per questo è necessario che farmaci appropriati ed efficaci vengano individuati e che tale malattia sia riconosciuta come malattia sociale, affinchè le persone vengano tutelate non solo come cittadini, ma anche come pazienti.
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