Riassunto analitico
Questa tesi, intitolata “I poteri datoriali nella somministrazione di lavoro” si pone l’obiettivo di indagare le particolarità che sorgono, dal lato gestorio del rapporto di lavoro, dalla particolare struttura triangolare che caratterizza la somministrazione di lavoro. La somministrazione di lavoro è un contratto di lavoro flessibile che consente a un soggetto imprenditore di inserire nella propria organizzazione produttiva ed utilizzare la prestazione lavorativa di un lavoratore formalmente assunto da altri, l’agenzia di somministrazione. Nel primo capitolo, si analizza l’evoluzione giuridica dell’istituto, dall’antico divieto di interposizione nel lavoro a cottimo, fino ad arrivare alla liberalizzazione degli anni recenti, con il d. lgs. 276/2003 e il d. lgs. 81/2015, passando per gli interventi europei. Il secondo capitolo è dedicato alla disamina del potere direttivo, il quale è affidato all’utilizzatore, presso il quale il lavoratore somministrato deve eseguire la prestazione lavorativa con diligenza e fedeltà, seguendo le direttive e le istruzioni per l’esecuzione del lavoro. Si analizzano altresì gli elementi obbligatori del contratto, ovvero l’indicazione del tempo e del luogo della prestazione, compreso il trasferimento, e l’oggetto del contratto, che assume una veste particolare nella modifica delle mansioni. Nel terzo capitolo, si esamina il potere di controllo, in particolare alla luce della riforma del 2015 che ha interessato la fattispecie dei controlli a distanza ex art. 4 St. lav., dell’utilizzabilità dei dati raccolti tramite i controlli a distanza, e della normativa sulla privacy del lavoratore. Il quadro è completato dai controlli sulle assenze per malattia, dagli accertamenti sanitari e dalle visite personali di controllo. Il potere disciplinare, al quarto capitolo, è analizzato a partire dai requisiti sostanziali e procedimentali che ne legittimano l’esercizio. Sono approfondite tre questioni peculiari della somministrazione di lavoro: l’individuazione del codice disciplinare applicabile, la contestazione disciplinare, l’applicazione delle sanzioni. Chiude la disamina la disciplina del licenziamento disciplinare, nei casi di illegittimità per vizio di procedura e difetto di motivazione, e di illegittimità per assenza di giusta causa o giustificato motivo.
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