Riassunto analitico
Le piccole e medie imprese (Pmi) rappresentano una componente essenziale del sistema produttivo di tutte le economie europee. In Italia, in particolare, in termini occupazionali e di valore aggiunto , le aziende con meno di 250 dipendenti rappresentano, rispettivamente, il 79.6% dei lavoratori impiegati e il 67.3% del valore aggiunto creato, quote di 10 punti percentuali superiori alla media europea. Nel nostro Paese sono soprattutto le imprese con meno di 10 lavoratori (micro imprese) a fare la differenza, impiegando il 58% della manodopera e producendo il 43,3% del valore aggiunto nazionale. Il percorso che segue il presente lavoro parte dalla consapevolezza dell’importanza delle Pmi e del loro sviluppo per l’intero sistema produttivo italiano. Di grande interesse per lo studio sarà investigare il “fenomeno Pmi” nell’Unione Europea e analizzare gli ostacoli che limitano la competitività e la crescita delle piccole e medie imprese. L’analisi della composizione di bilancio delle imprese, tra Paesi e per dimensione, ci permetterà di definire se esistono frizioni alla crescita legate alla particolare struttura delle imprese italiane e da cui risulterà interessante approfondire le relazioni con il canale bancario in virtù del rapporto privilegiato che, come vedremo, lega le due parti. In particolare gli avvenimenti intercorsi a partire dal 2007-2008 e le conseguenze identificate nel razionamento e nell’aumento del costo del debito ci permetteranno di riflettere sulla necessità per le Pmi di interpellare interlocutori differenti per far fronte ai propri bisogni finanziari. Il ragionamento prosegue nella verifica dell’efficacia e dell’adeguatezza del quadro normativo vigente in tema di capitale di debito e di rischio a cui viene posto particolare interesse nel 2011 grazie all’indagine conoscitiva svolta dalla VI Commissione Finanze e da cui si deve lo sviluppo delle innovazioni normative che sono state in grado di favorire la creazione e lo sviluppo di nuovi canali di approvvigionamento in grado di garantire il bilanciamento della struttura finanziaria aziendale e l’apertura a strumenti finanziari di mercato. Le innovazioni normative contenute nelle disposizioni che, a partire dal Decreti Sviluppo fino al Decreto Competitività, hanno permesso la nascita e lo sviluppo dei minibond quali strumenti integrativi e/o sostitutivi rispetto al canale bancario hanno inoltre posto, nel 2013, le condizioni per la nascita di un segmento di mercato dedicato (ExtraMOT PRO), organizzato da Borsa Italiana, atto a rendere più efficiente e liquido tale strumento di debito. L’analisi definisce i passaggi che portano un’impresa alla quotazione nonché gli attori che garantiscono la riuscita di tale processo. La lente si sposta poi sull’analisi delle caratteristiche delle imprese e delle rispettive emissioni che dal 2013 ad oggi sono state collocate sul mercato dei minibond, sul segmento professionale di ExtraMOT. In ultima analisi sarà intento del lavoro studiare, attraverso l’utilizzo di due modelli statistici, quali caratteristiche di impresa, ricercate nello specifico in determinati indici di bilancio, modellizzano la “società tipo” che per il suo fabbisogno finanziario attinge dal canale dei minibond, cercando inoltre di identificare la misura dell’emissione.
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